certo, a coloro che hanno per ol1iettivo l'allargamento dell'area democratica, e il consolidamento delle istitl1zio11i, a coloro che inten.dono sbloccare la situazione ed ovviare il paese su quelle strade del progresso che esso mostra di desiderare. Si deve ammettere che qualcosa è venuto mutando, in Italia, negli ultimi dieci anni, che v'è un'aumentata sensibilità a certi problemi, che taluni miti (carne quello nazional-mo11archico, ad esempio) non sono lJiÙ capaci di ingannare nesst1no, che altri miti rivelano una diminuita capacità di attrazione: l'arretramento comunista nel St1d, nelle ultime elezioni, per la prima vo]ta in ql1indici anni, avrà pure qt1alche significato. Il 1Jaese, insoroma, è cresciuto, è diventato più adulto e consapevole: ed imporgli certe soluzioni oggi è volere fare, come è stato felicemente osservato, t1na politjca di disperazione. Come il comt1nismo non si combatte e non si vince da 11osizioni di fronte nazionale, così il fascismo non si combatte e non si vince da posizioni di fronte popolare. Ogni rafforzame11to della politica frontista provoca, come abbiamo già accennato, una reazio11e uguale e contraria all'altro estremo dello schiera1nento 1Jolitico, fornisce come una verifica alla destra, nostalgica del regin1e, clella validità delle st1e richieste di un fronte nazio11ale, im1nolìilizza tutta la Den1ocrazia cristiana su posizioni cl1e altrimenti sarebbero pro11rie solo alla destra estrema di essa, fornisce, finalmente, il pretesto della crociata e 1Jorta grandi masse di elettorato, giustamente ti1norosa della so versio11e comunista acl agevolare, involontariamente, una t)olitica ottl1same11te conservatrice, se non addirittura reazionaria. Da questo che siamo venuti clicendo si può misurare quanto sia sbagliata l'affermazione dei coml1nisti e d i loro più stretti alleati, che la posizione d ll'anticomunisn10 democratico è politicamente sterile, se non addirittura sul1alterna delle forze conservatrici. Vale la pena di ricordare qui cl1e l'anticomtn1ismo democratico è nato molto prima di ogni altro; esattamente co1ne l'antifascismo democratico nacque prima degli altri. Ma soprattutto val la pena di ricordare che solo una forza che sia fermamente anticornunista pt1ò essere vittoriosamente antifascista; esattamente come solo t1na forza che non faccia nesst1na concessione al fascismo, ed anzi lo avversi risolt1tamente, puo sperare di opporsi con successo al comunismo. Questi non sono giochi di JJarole e neppure gratt1iti dottrinarismi: i democratici traggono la loro forza proprio dal1' essere conseguentemente dernocratici, dalla fermezza con cui teng·ono fede alla loro ideologia. E, se si guarda bene, questa fedeltà e coerenza sono t1na forza politica, e non soltanto una forza morale. Non è sterile, non è isolata, la battaglia di chi, opponendosi ad ogni tentazione totalitaria, è sostanzialmente alleato di tutte le forze autenticamente democraticl1e, che combattono la stessa battaglia per gli stessi obiettivi, con la stessa coerenza ideale. E c'è un ultimo punto cl1e vorremmo cl1iarire: a noi se1nl)ra profondamente errato il ragionamento di chi afferma che, essendosi già una volta i democratici battuti assien1e ai comunisti nella lotta a11tifascista, non v'è ragione per cui un'identica esperienza non si debba~ 60 Bibiiotecaginobianco
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