chici e (percliè no?) dai fascisti; e si sarebbe esorcizzato, una volta per tutte, l'ossessionante f an.tasma dell'apertura a sinistra. A noi corre l'obbligo di ricordare qui un esempio illustre e tragico, che dovrebbe essere un grave ammonimento per tiitti: l'esempio della Francia. Le istituzioni democratiche francesi hanno cominciato a schriccliiolare molto prinia del giorno di Ognissanti del 1954, molto p1·ima, cioè, della rivolta algerina. I primi segni di una crisi grave, che dallo schieramento dei partiti si sarebbe naturalmente ripercossa sulle stesse istituzioni, si ebbero allorchè gollisti ed i.ndipenderiti, nella corsa alla conquista dell'elettorato cattolico, e soprattutto per tagliare il Mouvement Répitblica'in Populaire clalla sinistra, prepararono quel progetto di legge sul firianziarnento clelle scuole private, che non poteva non essere fatto proprio dal partito cattolico, e che, difatti, divenrie famoso col nome di legge Barangé, clal depiitato del "A1.R.P. che fu in qitell'o·ccasione relatore generale sul bilaricio. Questa legge respirise all'apposizione i socialisti e quelli clei radicali che erano restati fedeli alla dottrina della laicità della scuola, e spostò irrevocabilmente a destra i democristiani francesi, irretendoli in q-uelle magg-ioranze conservatrici, nazionalistiche e sostanzialmente avverse al reg-inie, coi gollisti appu:nto e con gli indipendenti e contadini, che segnarono il principio di tante futi,re sciagure. Proprio per la legge Barangé sul firianziamento pubblico delle scuole private (la quale, del resto, assicurava finanziamenti agli istituti liberi, 1na lasciava i-ntatto lo statuto dei professori di questi stessi istituti, e dunque li lasciava preda dello sfruttamento, e non prevedeva un controllo dello Stato sul loro reclutamento, proprio come finirebbe con t accadere in Italia con l'emendamento in questione!) venne meno quell'allea·nza tra M.R.P. e S.F.1.0., tra cattolici e socialisti, che v'era stata prima, e che avrebbe potuto esserv'i anche dopo il 1951, come n1 ucleo propitlsore cli una politica coraggiosa, di sviluppo economico e sociale alr iriterno, di risolute iniziative federalistiche sul JJiano europeo, ed anche di accorta e tempestiva liqttidazione delle passività delf eredità coloniale. La storia non si fa con i <<se»: e dunque nessuno può dire cosa sarebbe accaduto in Francia se non vi fosse stata in Francia la legge Barangé. Quello che si può dire, però, è che il provvedimento iri questione, disarticolanclo e spezzando lo schieramento comune delle forze autenticamente democratiche, preparava anch'esso la crisi delle istituzioni. L'esperienza francese e un'esperienza che va meditata, non tanto da quelle forze all'interno della Democrazia cristiana che in passato 6 Bibiiotecaginobianco
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