Nord e Sud - anno VIII - n. 13 - gennaio 1961

suoi rappresentanti) e quelle dei lavoratori. Trovandosi in una posizione non del tutto cl1iara, egli finisce per essere considerato quasi una spia, sia dai tecnici che dagli operai. Una tale situazio11e non è da noi semplice1ne11te ipotizzata; è reale in molte fabbricl1e · e dimostra quanta strada c'è ancora da percorrere prima che il Servizio sociale venga accettato senza riserve in Italia. La maggioranza degli imprenditori 23 , come s'è visto, non ne sente infatti l'esigenza, e se si mostra disposto ad accettarlo lo fa cedendo ad una forma di co11formismo; ovviamente, per limitare i te1nuti inco11venienti della presenza in fabbrica di un operatore sociale~ ricorre pro1Jrio alle soluzioni più co11formiste quando deve scegliere l'elemento da assumere, poco preoccupandosi se esso l1a u11a formazio11e professionale co11grua. Il tutto ingenera equivoci profondi cl1e non tornano a vantaggio di alcu110; nè degli industriali, 11è degli operatorj sociali, nè delle scuole di Servizio sociale, nè, infine, dei lavoratori. La crisi del Servizio sociale nelle fabl)riche, dovuta ai fattori finora analizzatj, oggi s'avvia a diventare cronica 24 • Ugualmente interessante sarebbe esaminare i 1Jroblemi derivanti dall'attuale utilizzazione degli assistenti sociali in altri settorj e vedere in che 1nodo il Servizio socjale è stato attuato negli Enti di riforma 23 Le eccezioni sono, in realtà, più eh rare; sia pure in misura diversa si deve riconoscere che la situazione è a]quanto nligliore solo nei complessi FIA.T, Olivetti, Marzotto. 24 La situazione odierna non è gran che diversa da quella rilevata qualche anno fa da un assistente sociale che ha prestato la sua opera in una importante industria italiana, e che, per la sua particolare co1npetenza, fu richiesto di presentare una relazione sull'assistenza sociale di fabbrica dalla Commissione Parlamentare di inchiesta sulla miseria (cfr. il val. XII degli Atti re]ativi). Scrive Rigo Innocenti in eletta relazione che salvo poche eccezioni gli assistenti di fabbrica sono sempre oberati da incombenze che nulla hanno a che vedere con l'assistenza sociale; egli, anzi, giunge perfino ad auspicare che pre ·so i Servizi sociali di fabbrica vengano distaccati dei coHaboratori delegati all'espletamento delle pratiche, in modo che si possa consentire agli as istenti di dedicare tutto il loro tempo ad un lavoro strettamente professionale: adattamento dell'uo1no alle condizioni dell'ambiente in cui deve vivere, studio delle condizioni di lavoro nell'azienda e delle possibilità di adattamento ad esse del lavoratore, educazione in senso lato degli stessi lavoratori e, perchè no, collaborazione con i servizi psicotecnici per la selezione del personale e la destinazione di ciascun dipendente al reparto per cui ha maggiori attitudini. In ultima analisi gli imprenditori dovrebbero comprendere che tutti questi interventi permettono di conseguire migliori risultati anche nella produzione, e d instaurare un'atmosfera più distensiva all'interno di ogni fabbrica. 50 · Bibiiotecaginobianco

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