Il maggiore assorbimento degli assistenti sociali, lasciando per ora da parte quelli del gruppo sesto di cui ci occuperemo più avanti, si verifica quindi negli enti assistenziali per la infanzia e la gioventù (circa il 20%), nelle fabbriche (18%) e negli enti di intervento economico (quasi il 13%), in quei settori cioè in cui il Servizio sociale ha 1Jotuto registrare la maggiore affermazione e dove è stato accolto con mi11ore diffidenza. Il che non esclude cl1e molte critiche e rilievi vanno fatti proprio riguardo a quella che è stata l'utilizzazione degli assistenti negli ambienti che si sono mostrati i più aperti nei riguardi del Servizio sociale. Non si può dire infatti, in coscienza che specialmente gli enti di intervento econo1nico, i quali in un modo o nell'altro sono impegnati nella politica di sviluppo economico in atto nel Mezzogiorno, abbiano assorbito operatori sociali in numero proporzionale alle obiettive esigenze e, comunque, alle possibili previsioni. Ma qt1i il discorso da fare sarebbe troppo ampio e ci riporterebbe alla questione delle resistenze e dei pregiudizi co11tro cui si scontra in Italia l'introduzione di un Servizio sociale modernamente concepito. C'è da osservare infine, per quanto riguarda il 37 5% degli assistenti impiegati che abbiamo attribuito alla categoria cc altri enti ed istituzioni », che il 61% di costoro trovano occupazione 1Jresso l'ONAR- ~ O, il 18% presso le sct1ole di Servizio sociale, il 6% fra gli Assistenti Sociali Religiosi, il resto nei numerosi altri enti cui abbiamo fatto cenno. Scarso, a nostro parere, è il numero di assistenti impiegati presso le scuole di Servizio sociale con funzioni di monitori. Da una recente valutazione risulterebbe infatti eh eia cuna scuola impiega un numero medio di assistenti pari a 3 5; se si considera la complessità dei co1npiti riservati ai monitori, nonchè l'ampiezza dei programmi di studio delle scuole di Servizio ·ociale, si vede facilrnente come tre o quattro monitori sono assolutamente insufficienti; il livello qualitativo dei monitori è buono, attualmente ma no11va dimenticato che proprio per questo le scuole devono subire la concorrenza degli enti che cercano di accaparrarsi il personale più preparato e lo vanno a cercare fra gli elementi di più sicura esperienza e formazione teorica. I monitori, attratti dal migliore trattamento economico che gli enti e le aziende industriali sono in grado di assicurare, prima o poi finiscono col lasciare le scuole. Fra le tante carenze delle scuole, questa della insufficienza e dell'instabilità dei monitori non è certo la meno grave. Un discorso a parte, più ampio e in un certo senso più delicato, merita la questione del personale impiegato per l'assistenza di fabbrica. 47 Bibiiotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==