quali rappresentano la parte principale dei piani di studio. Tale insegnamento, infatti, è strettamente legato alla possibilità di effettuare dei tirocini che devono integrare le nozioni teoriche, queste ultime quasi sempre prese a prestito da esperienze straniere - per lo più americane - e perciò nuove per la tradizione culturale italiana. Il problema dei tirocini è uno dei più gravi che le scuole devono ancora risolvere. Ha scritto Angela Zucconi, una delle nostre maggiori esperte in materia: ((Pare che in media non più di cinque allievi riescano nel biennio, o nel triennio che sia, a svolgere un qualsiasi tirocinio di lavoro di gruppo. La situazione è preoccupante, anzitutto perc?è quanti operano per la formazione degli assistenti sociali riconoscono concordemente che un insegnamento teorico di lavoro di gruppo non regge, se non introduce e accompagna il tirocinio o meglio ancora se non viene alimentato dalla esperienza pratica degli allievi ». E c'è un solo modo a 11ostro avviso, di ovviare a questo inconveniente; esso consiste nell'inserire queste scuole nella realtà del paese più di quanto non . ia già accaduto, e 11ello stabilire più stretti rapporti, oltre che col mondo accademico, ancl1e con gli Enti che operano nel settore dell'assistenza. Tali Enti infatti, potranno fornire la possibilita di fare svolgere tirocini pratici agli allievi presso le loro istituzioni. La difficoltà di fare effettuare dei tirocjni è 1naggiore nelle scuole che hanno sede nei centri minori e periferici, dove gli Enti non possono assorbire con la continuità e la temp stività che sarebbero necessarie i tirocinanti, o addirittura mancano istituzioni di Servizio sociale. Altro inconveniente è quello rilevato 11ella citata relazione della Zucconi. « Alcune scuole - vi si legge - si so110preoccupate della letterale applicazione di quanto andavano imparando (o credevano di imparare) dagli esperti stranieri più che dalle istanze implicite od esplicite degli enti »; si è perciò creata t1na situazione per cui il divario fra teoria e pratica è andato crescendo, ingenerando un senso di disagio negli allievi e nel personale delle scuole, i quali hanno risentito del1' isolamento in cui potevano venire a trovarsi queste scuole, e che è caratteristico di tante nostre istituzioni universitarie. Alla lunga cioè ' , si potrebbe lamentare che anche le scuole di servizio sociale restano estranee alla vita e ai problemi reali del paese. La responsabilità di questo stato di cose non ricade tutta sui dirigenti delle scuole o sugli enti che ne sono promotori; essa va ricercata anche in quello che è l'atteggiamento della nostra classe dirigente nei riguardi del problema del lavoro sociale. All'inizio di questa inchiesta 41 . Bibliotecaginobianco
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