Nord e Sud - anno VIII - n. 13 - gennaio 1961

Come si può vedere facilmente, l'insieme di queste materie è aiquanto vario, per cui molti allievi, specie se privi di qualche esperienza universitaria, non possono non incontrare delle difficoltà nel seguirle con profitto e devono sottoporsi a continui sforzi ·di adattamento. Era indispensabile quindi portare a tre gli anni di corso, pur lasciando all'ultimo anno, come è accaduto in alcune scuole, il carattere di seminario; ed in ogni caso nell'insegnamento non si dovrebbe trascurare il problema dell'integrazione tra le diverse materie, altrimenti si corre il rischio di fornire all'allievo soltanto una serie di nozioni non coordinate su di una base comune 10 • Naturalmente la scelta delle materie sussidiarie, come, del resto, l'orientamento di ciascun piano di studi, risente della diversa disponibilità di docenti di un certo livello e consapevoli di quelli che sono i fini propri delle scuole di Servizio sociale. Non a caso, infatti, il maggior numero di queste scuole è sorto in centri provvisti di istituti universitari, dove la disponibilità dei docenti è maggiore. I rapporti tra scuola di Servizio sociale e Università, però, sono stati sempre labili; è mancata una collaborazione reciproca che a noi sembra utile 11 . Ovviamente, sotto il profilo della disponibilità degli insegnanti e della qualità dell'insegnamento, maggiori difficoltà incontrano quelle scuole che sono dislocate in centri di provincia sprovvisti di istituzioni universitarie, e quindi sono tagliate fuori a priori da ogni contatto col mondo accademico. Preoccupante, poi, è la condizione in cui generalmente viene svolto l'insegnamento delle materie professionali ( group-work e case-work), le io È detto molto opportunamente nell'introduzione ai programmi-tipo delle scuole Unsas : « Un programma di studio per la formazione di assistenti sociali non ha valore se non è sostanziato dalla profonda conoscenza dell'intima organicità che unisce tra loro le singole materie di insegnamento, così disparate, e dalla loro aderenza alle finalità di una rigorosa formazione professionale; se non si tiene conto che la scuola di assistenza sociale deve essere anzitutto e soprattutto per gli allievi la loro prima e formativa esperienza di vita sociale, dalla quale devono ricevere un'impronta spirituale, oltre che tecnica, ben definita ». 11 La Dr.ssa Angela Zucconi, in un articolo pubblicato sulla rivista « Assistenza d'oggi » (n. 3-4 giugno-agosto 1958) col titolo Note sull'applicazione del lavoro di gruppo, notava tra l'altro che « un senso di inferiorità da parte dei primi avamposti del servizio sociale nelle b·attative svolte con personalità del mondo accademico ha reso i tentativi d'interpretazione degli scopi e limiti del servizio · sociale più simili ad una giustificazione che ad una spiegazione; da parte del mondo accademièo si verificavano opposti atteggiamenti di protezione e d'indulgenza, misti al sincero desiderio di rimodernare le strutture » . .40 Bibiiotecagi nobianco

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