Nord e Sud - anno VIII - n. 13 - gennaio 1961

Editoriale L'iriiziati.va di alcuni cleputati democristiani, molti dei quali appartenenti all'esile gru.ppetto scelbiario, di presentare un emendam.erito al « Piano per la Scuola)>, allo scopo di provvedere ad un finanziamento pubblico clelle scuole private, questa iniziativa è un fatto di estrema gravità. Innanzi tutto perchè, come è stato senipre rilevato quando un tale problema è venuto in discitssione e come s'è ripetuto ancora una volta nelle ultime settimane, quell'emendamento è chiaramente contrario alla lettera ecl allo spirito della Costituz-ione. Il terzo capoverso dell' articolo 33 della nostra carta costitiizionale è, in proposito, fin troppo esplicito: « Ent-i e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazio11e, se11za oneri per lo Stato >>. Se proprio i firmatari di quell' emeridanierito che s'è detto riteneva,no indispensabile che si provvedesse a spese del p;ubblico agli istituti privati di insegnamen.to, dovevano non, già intervenire in sede di normale attività legislativa, ma chiedere la revisione dell'articolo 33 della Costituzio1ie. O dobbiamo pensare che essi ignorassero il dettato della Costituzione stessa, che dei legislatori, eletti clal popolo, non conoscessero il quadro entro il quale deve tenersi la loro attività di legislatori? Ma, comunque ignoranti o scie·nti violatori clella lettera e clello spirito del dettato costituzionale, il risultato resta lo stesso: l' i-niziativa di quei deputati scelbiani è manifestazione e prova, insieme, di un malcostume politico, che ferisce al cuore le nostre istituzioni. Uria Costituzione -· diceva Thomas Pairie -:- è per la libertà ciò che la grammatica è per una lingua: avere in spregio questa grammatica, equivale ad avere in, spregio la stessa libertà e, quindi, a conculcarla. In secondo luogo, quell'emendamento è graviss,imo per i provvedimenti che tende ad attuare. Sono note a tutti le condizioni disperate 3 Bibiiotecag inobianco

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