- nel caso di intervento sui bisogni di massa - si usa ora distinguere il cc Servizio sociale per r organizzazione della Comunità », il « Servizio sociale di gruppo », il cc Servizio sociale per il caso individuale ». Col tempo - specialmente nei paesi nei quali il Servizio sociale è particolarmente progredito - le distinzioni ora ricordate hanno finito per assumere una importanza notevole: ogni branca del lavoro sociale è venuta man mano acquistando una caratteristica propria, fisionomia e campo di applicazione diversi, tecniche proprie. In Italia solo da qualche tempo si va notando un principio di specializzazione del lavoro sociale per branche, senza però che una netta distinzione tra le varie attività abbia avuto un riconoscimento ed una disciplina ufficiali. Come si definiscono, infatti, qui da noi, gli scopi del Servizio sociale, ed entro quali limiti di applicazione esso vie11e concepito ed accettato? Il discorso merita di essere approfondito; qui, purtroppo, non potremo farlo con l'ampiezza dovuta: ci limiteremo pertanto a fissarne i pr_imi e fondamentali elementi, che sono, come abbiamo già ricordato, elementi di vivace discussio11e negli ambienti interessati. E ricorderemo cl1e già alla V Conferenza Internazionale di Servizio sociale, tenutasi a Parigi nel luglio 1950, i delegati del Comitato Italiano di Servizio sociale presentarono interessanti relazioni al riguardo 2 ; nella prima di queste relazioni - furono in tt1tto sei, e rispondevano schematicamente ad un questionario i11viato in precedenza ai singoli Comitati nazionali - si metteva molto opportunamente in risalto che la parentesi fascista aveva non poco influito sulla sorte del Servizio sociale nel nostro paese. Il Servizio sociale così come si era andato definendo e caratterizzando fuori d'Italia risultò, a cat1sa delle particolari condizioni politiche del nostro paese, de~ tutto assente fino al 1945: qui da· noi si preferiva parlare di assistenza sociale, considerata, più che altro, « come espressione di solidarietà sociale da parte della collettività a favore dei suoi membri più deboli e meno efficienti », oppt1re « come funzione di affiancamento della politica sociale e demografica dello Stato sul piano dell'assistenza ai si11goli » . Solo dopo l'ultima guerra comincia a farsi strada una concezione del Servizio sociale più ampia e più aderente ai bisogni reali della nostra società, perchè, poste di fronte ai problen1i lasciatici in eredità dal 2 Le relazioni, dovute a Maria Cao-Pinna, a Carla Cortese, a Virginia Delmati, a Margherita Grossman, al Rev. Giovanni De Menasce e a Rosetta Stasi, sono state pubblicate nella rivista cc Assistenza d'oggi », n. 3, del 1950, edita a cura dell'AAI. 26 Bibiiotecagi nobianco
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