Ma sarebbe inge11uo pensare che la presenza di atrezzature, che in astratto potrebbero produrre economie esterne, faccia nascere dal nulla un settore industriale. Se qt1i11-dtialuno aveva riposto spera11ze nella politica di opere pubbliche come suscitatrice di t1n mercato per le nuove industrie, tali speranze possono ormai essere tranquillame11te accantonate. Ma t1na volta deposta l'idea delle infrastrutture come elemento propulsivo, ci si trova dinanzi alla più grande incertezza di concetti e di orientamenti. Si è fatta strada talvolta l'idea che le 11uove industrie nel Mezzogiorno dovessero trovare il proprio mercato nelle regio11i del Nord. A questo suggerimento si associa spesso l'idea che lo sviluppo del Mezzogiorno debba avvenire in certo qual modo nella scia dell' espa11sione economica delle regioni settentrionali, t1tilizzando come stin1olo l'aumento di domanda ivi provocato dall'aun1ento di reddito. Dal momento cl1e per molte ragioni di carattere ambientale l'industria del Mezzogiorno è in una posizione di svantaggio rispetto a quella del Settentrione, è chiaro che tale svantaggio verrebbe ad essere accresciuto se l'industria dovesse concorrere a tanta distanza con imprese situate in prossimità degli sbocchi. Del resto, suggerimenti di questo genere l1anno provocato in passato reazioni in taluni ambienti, e hanno dato alimento alla sterile e prolungata discussione sul pericolo di creare nell'Italia meridio11ale cc doppioni » di industrie già esistenti nel Nord. Attualmente gli orientamenti ufficiali non sono molto meglio definjti. Una volta constatato il fatto che la politica di esenzioni fiscali e daziarie non rappresenta un impulso sufficie11te al sorgere di 11uove industrie, sembra che il governo si orienti verso strt1menti di natura diversa, quale la concessione di contribt1ti a fondo perduto per la costruzione di nuove imprese (prevista dalla legge 29 luglio 1957 n. 634), o la creazione di aree di sviluppo industriale (prevista dalla stessa legge). Se questi provvedimenti siano atti ad accelerare il passo dell'industrializzazione è questione che non è nostra intenzione di affrontare in questa sede. È necessario tuttavia avere be11 chiaro cl1e quel che si è fatto finora non è sufficiente ai fini di una politica di industrializza-- zione, e tantomeno ai fini di una politica orga11ica di sviluppo. Una autentica programmazione dello sviluppo richiede una serie di interventi organici in tutti i settori della attività economica. Quando poi, come avviene nel Mezzogiorno, lo sviluppo di una regione assume la fisionomia di trasformazione strutturale, è tanto più necessario che gli 18 Bibiiotecaginobianco
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