Nord e Sud - anno VIII - n. 13 - gennaio 1961

sia stata presente alla mente di economisti e uomini politici che si sono preoccupati delle sorti del Mezzogiorno. Gli orientamenti che emergono dalla pubblicistica meridionalista sono diversi. - Secondo un diffuso punto di vista, l'esecuzione di estesi lavori pubblici ad opera della Cassa per il Mezzogiorno avrebbe prodotto il duplice effetto di accrescere la capacità produttiva delle regioni meridionali, e di accrescere la capacità di acquisto della popolazione allargando in tal modo i mercati del St1d. La creazione di infrastrutture doveva quindi avere il duplice scopo di creare l'ambier te tecnico necessario al sorgere dell'industria e di suscitare una domanda locale per i prodotti di questa. La fallacia di questo modo di argomentare doveva trovare la sua dimostrazione nel corso del decennio di inten,enti: si è visto infatti fino a che punto sia stata finora insufficiente la politica di industrializzazione. In realtà l'argomento della preindustrializzazione non sembra co~- vincente, anche se considerato a priori. Se l'industria deve giovarsi di una rete efficiente di strade, ferrovie, acquedotti. e via dicendo, è necessario che essa sorga dopo che la costruzione di tali attrezzature è stata completata. Ma se l'industria deve sfruttare la domanda creata dagli investimenti pubblicj, essa dovrebbe sorgere nello stesso ten1po in cui le opere pubbliche vengono compiute. L'argon1ento sernbra dunque contenere una contraddizione. Ancor pi 'i esso è contraddetto dall'esperienza storica, anche del nostro paese: gli anni fra il 1860 e il 1880 furono anni di intense costruzioni ferro vi arie; ma il vero insorgere della grande industria si ebbe i11 Italia solo Yerso la fine del secolo, e non fu connesso all'espansione di domanda causata dagli investin1enti pubblici dei decenni precedenti. E infine, se l'insegnamento della logica e della storia non è sufficiente, ancl1e quel po' di jnformazione statistica che abbiamo riguardo alla struttura econornica del J\1ezzogiorno mostra che gli effetti propulsivi della spesa pubblica in questa regione sono minimi. La struttura dell'economia meridionale è tale infatti che la gran parte delle spese ivi effettuate suscitano una maggiore domanda a favore di industrie ubicate fuori della regione stessa, per cui gli effetti moltiplicativi della spesa iniziale svaniscono quasi del tutto. Le strade, le ferrovie, le centrali lettriche non sono elementi sufficienti a far nascere il capitalismo industriale; se mai è il sorgere dell'industria che rende indis1)ensabile la costruzione di strade, ferrovie e centrali elettriche. È vero che una serie di inv stimenti effettuati in una regione produce il ben noto fenomeno delle « economie esterne ». 17 Bibliotecaginobianco ,

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