come concludeva Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia, quando, dopo aver rilevato che cc l'irruzione degli italiani da tutte le provincie sopravanza la vecchia società romana, popolare, borghese e arjstocratica », e Roma si trasforma quindi in una « metropoli » e in una « vera capitale », jndicava anche lui « l'unica soluzione buona n : che sarebbe quella « dj smistare e decentrar i nuclei della vita pratica, della politica, degli affari della cultura, dello sport, del commercio, allontanandoli dal centro di Roma antica; e nel tempo medesjmo stabilire le direttive su cui la metropoli nuova deve svilupparsi, non più a macchia d'olio, bensì a raggi, impedendo ai quartieri nuovi che sorgono di strozzare i ecchi >>. Parole scritte nel 1956: poi fu sindaco Cioccetti e da ultimo furono pure le Olimpiadi: così la vicenda delle borgate continua e si aggrava, fornendo ai comunisti l'occasione di condurre documentate inchieste ed efficaci polemiche. [F. C.] ORLANDO - Definire un ceto sociale nella fisionomia varia e complessa delle attività che svolgono i membrj di esso, nella consistenza economica e nella portata sociale di tali attività, nella consapevolezza che il ceto stesso e la società hanno o non hanno della importanza o addirittura del!' esistenza di esso; definire, insomma, un ceto sociale cogli ndo tutte le inte1Telazioni, soggettive ed oggettive, che sono essenziali alla ricerca fissandone, nello stesso tempo, il momento e la tendenza storica (regresso, crisi, stasi, sviluppo) in seno alla società di cui esso fa parte; tutto ciò è certamente quanto di piu rigoroso e suggestivo sj possa proporre ali' attività del sociologo. La « scienza della società » trova, infattj, in compiti di questo genere alcune delle più vitali tra le proprie ragioni di essere e, insieme, un prepotente e benefico richiamo al concreto, all'attuale, al presente, insornn1a alla sua tessa fonte ispiratrice. La col1ana « Il Bersaglio », dell'Editore Vallecchi ha, per suo fine, proprio quello di presentare « le vecchie e le nuove professioni frugate nella loro realtà odierna e nelle loro prospettive future al di fuori di ogni schema convenzionale »; e di dare così cc un contributo alla conoscenza della società italiana d'oggi e all'orientamento di quella di domani ». Ed è anche questo uno dei tanti e confortanti segni che dimostrano il recente fiorire, nella produzione libraria e negli interessi degli scrittori italiani, di te1ni attinenti direttamente o indirettamente alla problematica sociale e sociologica; la formazione di un clima intellettuale che non è - come tanto spesso si è ripetuto e si ripete - di mera reazione a precedenti costrizjoni o dittature culturali, ma è qualcosa di sostanzialmente nuovo e di cui non si -saprebbe addurre una spiegazione più valida dei profondi n1utamenti che negli anni '50 hanno caratterizzato la vita della società italiana. Si tratta, cioè, a nostro avviso, di un fenomeno culturale che è legato ad una trasformazione profonda di tutta la mentalità italiana, della nostra stessa « way of life », che rende gli operatori economici più audaci, fa preferire gli istituti tecnici ai licei, dilata la volontà di consumo delle masse, e così via. Di fronte a tali sviluppi non si può dire che le due maggiori componenti della cultura italiana negli anni 125 ibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==