Nord e Sud - anno VIII - n. 13 - gennaio 1961

il territorio degli stati contraenti »). Altro esempio: le ragioni per cui si avrebbe timore di abolire le leggi contro l'urbanesimo ( « se a tutti i 'non residenti' sparsi per le città d'Italia - e sono oltre un milione - fosse riconosciuta, con la residenza, la possibilità automatica di votare, non vi è dubbio che in molte località le percentuali si sposterebbero a favore dei partiti di opposizione ») e per cui si preferisce che tali leggi continuino a produrre i loro effetti (il « notevole risparmio » rappresentato dai « non residenti » : per i datori di lavoro come « manodopera sottocosto, non gravata da contributi assicurativi e assegni familiari »; per il Comune e per lo Stato in quanto « privati del contributo di disoccupazione »). In realtà, dall'inchiesta di Berlinguer e Della Seta risulta che i ceti dominanti della capitale si atteggiano assai contraddittoriamente di fronte al problema delle « borgate » e degli immigrati che vi abitano: se ne servono come riserve di manodopera a buon 1nercato, ma poi si dichiarano allarmati perchè borgate e immigrati « offendono la vista e il decoro, compromettendo la 'figura' e il prestigio della capitale », danneggiano il turismo, costituiscono focolai d'infezioni; e infine, dopo aver affermato che per queste ragioni le borgate devono essere « eliminate», si limitano a provocarne l'allontanamento, e così avviene che « la speculazione le crea, la speculazione le distrugge » . E infatti, « la speculazione inizia il suo ciclo sui terreni della estrema periferia » dove sorgono le borgate e si possono quindi « attrarre i servizi comunali » così come si può « costringere lo sviluppo della città nella direzione voluta, valorizzando tutto il comprensorio intermedio ». A questo punto ci sono altre due considerazioni da fare, una di geografia urbana, l'altra di geografia elettorale. Per quanto riguarda la geografia urbana è evidente che oramai uno studio su Roma non può più limitarsi ai vecchi cc rioni » e ai nuovi cc quartieri », come lo studio di :Niario Bianchini sull'immigrazione a Roma nel decennio 1941-1950 (Bollettino della Società Geografica Italiana, serie VIII, Vol. V, n. 3-4, maggio-agosto 1952) che rappresenta un prezioso termine di confronto; ma deve estendersi al fenomeno delle borgate (nel citato studio del Bianchini si legge di Suburbio e di Agro, mai di borgate) che costituiscono l'aspetto più a.ppariscente, e al tempo stesso peculiare, dell'urbanesimo romano e del modo cc distorto » e patologico con cui l'espansione urbana si è venuta realizzando nell'ultimo decennio, contro ogni regola urbanistica, nella cc capitale corrotta ». Ai fini di uno studio del genere, l'inchiesta dei corr1unisti romani è ricca di indicazioni e fornisce più di uno spunto: anche perchè, ovviamente, uno studio del genere, per riuscire interessante e utile, non potrebbe attenersi ai moduli della geografia descrittiva, ma dovrebbe proporsi problemi pratici, dj geografia applicata: riqualificazione edilizia, decompressione dei cc rioni », riordinamento dei cc quartieri », trasferimento di funzioni direzionali dal cenh·o alla periferia, creazione dei servizi adeguati, dalle scuole ai trasporti (basti pensare al fatto che oggi, per un abitante delle borgate, « Ja spesa più elevata, dopo quella per l'alimentazione, è quella per il tras-porto: 7,2% »). E sopratutto uno studio geografico su Roma non potrebbe non tener conto del fatto che causa di certi aspetti patologici dell'espansione urbana è appunto la speculazione. L'inchiesta dei 122 Bibiiotecaginobianco

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