Nord e Sud - anno VIII - n. 13 - gennaio 1961

È esattamente l'ipotesi che noi aveva1no avanzato da tempo, e che ci ha procurato la polemica con ambienti della destra economica italiana, e anche con autorevoli economisti e pubblicisti che tengono cattedra su giornali e riviste specializzate e non (pensiamo tra l'altro alla pole1nica con Ricciardetto di cui si legge in questo stesso nu1nero di cc Nord e Sud »). E ci conforta che ora - a smentire la Signora Vera Lutz, che orn1ai si cita a proposito e a sproposito da quanti vanno svolgendo, in questi giorni, una campagna polemica contro l'industrializzazione del Mezzogiorno, adducendo a pretesto che gli investimenti al Sud non sono convenienti, e che il Nord offre tutte le condizioni per una maggiore redditività degli investimenti - venga pure un grande industriale come il Dr. Faina, che certamente ha maggiore esperienza di queste cose di quanta non ne abbiano la Lutz e i suoi corifei. E se è vero che i propositi dell'iniziativa privata nei riguardi del Mezzogiorno non si realizzano in misura maggiore di quanto si era sperato, appunto per le cc deficienze infrastrutturali » del Mezzogiorno, è anche vero che, dalle considerazioni e affermazioni del dr. Faina, non si può ricavare che una sola conclusione: la necessità di continuare, con sempre maggiore impegno, nella politica meridionalistica; il dovere dello Stato, di spendere di più, sempre di più, e meglio, nel 1\1ezzogiorno, perchè oggi spendere nel Mezzogiorno è un affare per la ollettività italiana. Il Dr. Faina i dice che siamo già nella fase cli congestione del triangolo industriale. Su questo inv ce non si mostrano d'accordo certi autorevoli a1nbienti che abbiamo definiti cc liberjsti » e che hanno avviato una insidiosa campagna contro la politica meridionalistica. Ma se è il Dr. Faina che ha ra·gione, è segno che noi abbiamo visto giusto quando abbiamo parlato di interessi ristretti che si mascherano sotto la bandiera del cc liberjsmo ». F. C. 119 Bibiiotecaginobianco

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