Nord e Sud - anno VIII - n. 13 - gennaio 1961

del settore pubblico. Il Dr. Faina ci ha ricordato che la quasi cinquantennale attività del Gruppo che egli dirige ha contribuito a modificare e a risollevare l'ambiente di quelle plaghe meridionali in cui ha concentrato i suoi stabilimenti; da parte nostra vorremmo osservare che analoghe positive esperienze è. risultati si sono avuti anche in quelle zone in cui hanno operato e stanno operando le grandi imprese a partecipazione statale; e i risultati del settore pubblico e del settore privato si dovrebbero sommare ai fini di quelle modificazioni «socio-culturali» dell'ambiente meridionale che costituiscono premessa indispensabile di ogni ulteriore progresso. Naturalmente siamo anche noi del parere che le nuove imprese, iniziate e condotte da ceti imprenditoriali meridionali, cc non sorgono senza spirito d'intrapresa », che purtroppo non fiorisce adeguatamente nel Sud, come giustamente rileva il Presidente della Montecatini. Ma noi non vediamo come l'intervento dello Stato, nel campo siderurgico, poniamo, od energetico, possa costituire un ostacolo all'affermarsi di una coscienza imprenditoriale nei meridionali, quando è evidente che non è in questi settori che l'industria privata dovuta all'iniziativa de· meridionali deve misurarsi e può svilupparsi, almeno in questa fase de processo di industrializzazione· del Mezzogiorno. Per il resto possiamo dirci di accordo con i rilievi del dr. Faina: specialmente a proposito della condizione delle infrastrutture nelle province meridionali e dell'azione insufficiente degli Enti pubblici in questo vitalissimo e importantissimo campo di intervento pubblico. Anche noi abbiamo spesso lamentato che lo Stato, i comuni, le province non fanno quanto loro competerebbe per rimuovere gli osta~oli che ritardano, e in molte zone rendono impossibile, un rapido sollevamento dell'area meridionale. E tra questi ostacoli la carenza di strade, di acquedotti, di porti, di risorse energetiche è certamente quello più grave, che rende problematica e difficile ogni iniziativa imprenditoriale, sia plivata che pubblica. Non si può certo pretendere che possano sorgere nuove jmprese quando gli industriali devono far fronte in proprio ad attività e ad oneri di carattere pubblico: su questo punto, di fondamentale importanza, non possiamo non esprimere il nostro consenso a quanto è stato rilevato dal Dr. Faina; e riteniamo di poter aggiungere, alla sua, la nostra esortazione agli Enti pubblici perchè questi non si ritengano soddisfatti della situazione del Mezzogiorno per ciò che concerne le ·«infrastrutture» : il compiacimento per quanto è stato fatto negli anni scorsi non deve far dimenticare che il più è ancora da fare; ma oggi, 117 BibliotecaGino Bianco

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