Nord e Sud - anno VIII - n. 13 - gennaio 1961

mediante un intenso processo di industrializzazione dell'area meridionale, il dr. Faina dichiara di dissentire sui mezzi: e precisamente sulla parte che in questo processo di industrializzazione dovrebbero averele imprese· statali. Sollecitando l'intervento delle imprese statali nel processo di industrializzazione del Mezzogiorno, noi, secondo il dr. Faina, avremmo affermato che con tale intervento si riuscirebbe ad ottenere meglio e più rapidamente ciò che non è in grado di ottenere l'industria privata. Ora ci preme sgombrare subito il terreno da un equivoco in cui ci sembra incorso il dr. Faina: noi non abbiamo mai sostenuto che l'iniziativa pubblica, nel Mezzogiorno, debba ritenersi sostitutiva della iniziativa privata; ma abbiamo sempre affermato, su questa rivista e altrove, in polemica con certi « liberisti », che nella presente fase di l sviluppo delr economia italiana l'iniziativa pubblica, nel Sud, deve I ritenersi integrativa e, per certi aspetti, preparatrice dell'intervento di I quella privata. Abbiamo detto di più anzi: se nel Sud ci sarà un intervento delle imprese a partecipazione statale nei settori in cui l'iniziativa pubblica può operare utilmente, e in cui l'iniziativa privata non ha convenienza ad impegnarsi, o non ha la forza di impegnarsi (ci consentirà il dr. Faina di ricordare che non tutte le industrie private italiane hanno la dimensione, i capitali, la struttura tecnica e l'esperienza del / , gruppo « Montecatini»), l'iniziativa privata sarà la prima ad avvantaggiarsene. Del resto questa convinzione non è soltanto nostra, ma sta diffondendosi in autorevoli ambienti industriali meridionali. Già un anno fa l'Assemblea dell'Unione Industriali di Napoli, che a buon diritto può essere considerata l'associazione-guida della categoria imprenditoriale meridionale, ebbe a sollecitare un intervento organico dello Stato nel settore dell'industria cosiddetta di base, e richiamò al rispetto di quel famoso emendamento Cortese alla legge di proroga della Cassa per il Mezzogiorno che fa obbligo alle imprese a partecipazione statale di localizzare nel Mezzogiorno almeno il 40 per cento dell'ammontare complessivo dei loro investimenti. Gli industriali napoletani, in fondo, si mostravano d'accordo con quanti ritengono - e non sono pochi, e non sono tutti prevenuti nei confronti dell'iniziativa privata - che a modificare l'ambiente meridionale, ad accelerare il processo di sviluppo del Sud, a creare quelle condizioni che permettono il prosperare di san~ iniziative dei privati imprenditori, può, anzi deve contribuire in maniera decisiva anche l'intervento diretto di alcuni grandi complessi industriali 116 BibliotecaGino Bianco

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