della spedizione garibaldina dei Mille, di cui ricorre il centenario, ha avuto il suo svolgimento su una trama non già angustamente costretta nella rievocazione dei fatti gloriosi dell'impresa, ma allargata nella considerazione critica del contributo politico che essa diede alla causa italiana ed europea, e dei contribt1ti che essa ricevette, sullo stesso piano, da governi e popoli d'Europa. In omaggio alla particolare ricorrenza, il Congresso è stato perciò tenuto con doppia sede: dal 17 al 20 ottobre a Palermo, e dal 21 al 23 ottobre a Napoli; venendo così a far coincidere la sua conclusione, a cent'anni di distanza, con quella della liberazione del Mezzogiorno, con cui si compì 1'11nità del Paese. Esso si ·è svolto, in tal modo, nella cornice naturale dei luoghi che videro le gesta garibaldine, giacchè ebbe inizio con una visita al l11ogo dello sbarco ed al campo di battaglia di Calatafimi, ed ebbe te1mine con una visita al campo di battaglia del Voltt1rno ed al luogo dell'incontro, nei pressi di Teano, fra le truppe guidate da Garibaldi e l'esercito l)iemontese. Noi, riferendo st1i lavori del Congresso in sede di cronaca culturale, riteniamo, però, opportuno non seguire il st10 svolgimento nella successione cronologica ed episodica, ma raggruppare il sommario delle relazioni in esso presentate secondo uno schema d' or,dine logico, fissato in quattro punti base: 1) il problema siciliano all'epoca della spedizione garibaldina; 2) l'anima garibaldina del Risorgimento in rapporto all'E11ropa; 3) l'azione della diplomazia europea del tempo; 4) gli aspetti militari della spedizione. I - Inauguratosi a Palermo, è ben comprensibile che il Congresso abbia sottolineato l'interesse storico odierno per un'indagine libera ed approfon·dita sulle condizioni in cui versava la Sicilia nel 1860, e per il significato complesso dell'opera di liberazione attuata sotto le insegne dell'unità nazionale; liberazione, che, nat11ralmente, 11011 poteva consistere in un semplice mutamento di dinastia, di bandiera e di denominazione. È toccato al prof. Eugenio Di Carlo di impostare la· trattazione dell'argomento nel suo discorso inaugurale, dedicato per l'appunto a « La Sicilia nel Risorgimento »; discorso celebrativo, come la circostanza imponeva, ma in cui veniva chiaramente delineata una interpretazione organica e ragionata del processo di trasformazione della coscienza politica isolana negli anni tra la fine del Settecento e la metà dell'Ottocento. Tale processo evolutivo si può fare consistere in tre fasi, ognuna segnata da una tappa fondamentale, caratterizzata da una insurrezione popolare: dal 1795, data della congiura del Di Blasi a Palermo, fino al 1820, abbiamo la lotta, che si conduce in varie forme, per l'affermazione dell'autonomia siciliana; nel 1820 comincia il moto risorgimentale i11 Sicilia, che culmina nel 1848 con il proposito, dichiarato dal Governo rivoluzionario, di 11n:irel'isola alla Lega Italiana, conforme all'ideale federalistico del tempo; il separatismo è, dt1nque, allora finito; ed infine, dal 1848 al 1860, abbiamo l'affermazione sempre più netta dell'idea unitaria. Quest'ultimo periodo, e cioè de « La Sicilia dal 1850 al 1860 »·, in quello che si usa chiamare « il decennio di preparazione », fu preso in particolare esame nella relazione del prof. Titone; relazione ricca di 106 Bibiiotecagi nobianco
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