Soffermiamoci piuttosto a considerare la seconda radice del pessimismo che ispira l'articolo della economista inglese: l'idea che lo sviluppo del Mezzogiorno sia una « impossibilità tecnica ». La incongruenza di qt1esta idea deriva dal fatto che la· signora Lutz considera il 11ezzogiorno in blocco, co·me una regione compatta e unitaria, che si debba prendere o lasciare nella sua interezza. In realtà è raro trovare regione così profondamente variata nella ~atura dei suoli, nelle condizioni climatiche, 11ella configurazione orografica, nella civiltà degli abitanti. Dare un verdetto unico di condanna o di salvezza, che sia valido per tutto il Mezzogiorno, è avve11turoso e semplicistico. Può anche darsi che per alcune zone la diagnosi della signora Lutz sia esatta. Attenti studiosi della economia meridjonale (e fra questi il Rossi Doria, di recente, su questa rivista) l1anno riconosciuto che per non poche zone del Mezzogiorno si pone seriamente un problema di abbandono definitivo, dal momento che le condizio11i climaticl1e avverse e la povertà dei suoli limitano granden1ente le possibilità di sviluppo agricolo. Ma i11 altre zone tali possibilità sussisto110; in tutti i terreni in cui sia possibile l'irrigazio11e è anche IJossibile l'introduzione di culture che congiunte agli allevamenti zootecnici, possono dar luogo alla formazione di redditi adeguati. Analogamente, per quanto rigl1arda le attività extragricole, esistono zone ove sono già in atto sviluppi promettenti; il Caserta110, il Salernitano, la regione di Bari, Siracusa, ne sono gli esempi più cospicui. Ma la signora Lutz, nel suo furore distruttivo trascura ancl1e questo. La ubicazione ottima dell'industria, ella ritiene, è nel Nord· l'industria del Sud si allontana dall'otti1no in misura tanto maggiore quanto più essa si discosta geograficamente dal triangolo indt1striale; l'acciaieria di Taranto rappresenta dunque la quintessenza dello scandalo. Sarebbe facile cavillare su queste proposizioni e osservare che il venerando concetto di « ottimo » è valido solo in una situazione statica, ma allo stato attuale della teoria economica perde significato preciso in un sistema che si evolve (cosa che la signora Lutz dovrebbe ben conoscere, da brava economista quale ella è); o 11otare che la distanza dal Nord rappresenta uno svantaggio solo nel caso in ct1i i mercati siano desti11ati a restare in perpetuo quelli del Settentrione (il che significherebbe negare a priori ogni possibilità di progresso nel Sud). Ma non vale la pena di soffermarsi su questi punti minori; è meglio considerare attentamente quel che vi è di ragionevole nelle parole della signora Lutz. 10 Bibliotecaginobianco
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