cenna alla unifìcazio,ne economica, in corso di realizza·zione, che tende « vers une unité politique dont il est trop tot aujourd'hui pour prévoir la nature exacte ». Al di là dell'ottimismo un po' convenzionale e volontaristico di alcuni funzionari delle Comunità europee, rimane vero che una reale unifìcazione dell'Europa implica obbiettivi molto lontani dalla situazione esistente; anche perchè nella vita moderna uno Stato federale è di necessità una entità molto più potente e forte di quanto non fosse un secolo addietro; sicché il salto da compiere è oggi anche più impegnativo. Ma di contro a questa ardua prospettiva sta una opinione europeistica sempre meno animosa, sempre più intimidita quando si tratta di sfiorare i diritti di sovranità (v. la significativa corrispondenza da Bruxelles sulla cc Frankfurter Allgemeine Zeitung » del 19 novembre 1960, intitolata cc Gedampfter Europaer »). Ma conoscere meglio la realtà non significa ra·ssegnarsi ad essa o, ancor peggio, esser pronti a subirne una peggiore. cc Ridimensionare » sul piano giuridico e su quello politico le comunità europee esistenti, non mettendoci con la fantasia (molte volte puramente verbale) quello cl1e non c'è nè nei testi nè nel funzionamento, non significa passare nei loro confronti alla svalutazione od anche solo all'indifferenza. Se sarebbe pericoloso rima11ere avvolti dalle nebbie del cc sopranazionale », ritenendo di aver raggiunto quello che invece è ancora lontano, sarebbe egualmente dannoso non riconoscere i cc valori » esistenti nelle attuali comunità e non difenderli. Del resto la realtà stessa, chi la guardi senza paraocchi, dimostra cl1e qualcosa di ben positivo (anche se non è il fan1oso sopranazionale!) c'è senz'altro nella loro vita: perchè, altrimenti, di fronte al tentativo appena' acce11nato del gen. De Gaulle di togliere ogni sìgnificato politico all'Alta Autorità e alle Commissioni di Bruxelles, gli altri cinque paesi (e specialmente i tre del Benelux) hanno reagito con estrema fermezza·? Non si difendono gli organismi puramente tecnici; non si fanno per essi battaglie politiche: dunque, qualcuno si sen~e più sicuro del proprio avvenire, più tranquillo sul proprio futuro se nelle comunità, sia pure con i poteri limitati di cui si è detto, c'è un organo indipendente dagli Stati membri, se le regole dei trattati sono interpretate e messe in azione da politici che non so110 i cc gra11ds commis » di nessun governo. L'ironia del gen. De Gaulle non può nulla contro questa realtà che è innanzitutto di carattere politico. Infatti, sul piano economico, ci si può anche astenere da ogni giudizio sul M.E.C., rinunciando a 95 Bibliotecaginobianco
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