Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

dimensionamento delle categorie cl1e erano state applicate alla nuova realtà comunitaria. Nel 1954 era più facile, proprio per non urtare quella che allora sembrava « la realtà politica » e la tendenza dominante, attribuire la qualifica di ordinamento giuridico originario ali' ordinamento interno, o territo,riale, della Comunità (cfr. MORELLI, Appunti sulla Comunità europea del carborie e dell'acciaio in « Scritti 11er·Orlando », Padova, 1957, II, pagg. 101 e 102, nonchè i11 « Rivista di diritto internazionale » 1954, pag. 3 ss.; ma v. pure Nozioni di diritto internazional,e, Pa·dova, 1958, pag. 257). Oggi anche chi ritiene, come lo Sperduti, di dover attribuire u11;co11tenuto specifico alla qualifica di ente sopranazionale designa11do così una formazione sociale che si articola in due grandi istituzioni, (di diversa natura, ma intimamente 1egate l'una all'altra) e cioè una unione di stati ed una comunità integrata ed orga11izzata di nazioni, ritie11e che l'ordinamento di questa comunità debba considerarsi distinto, ma derivato dal diritto internazionale (cfr. SPERDUTI, La C.E.C.A.: Ente sopranazionale, Roma, 1960, pag . .18 e ss.). E la maggioranza degli autori opina che la qualificazione della Comunità ·carbosiderurgica, e a fortiori del M.E.C., debba ancora ritrovarsi nella figura della unione ed organizzazione i11ternazionale di Stati. In particolare il Quadri, pur riconoscendo lo « straordinario rilievo » di tali realizzazioni, persiste nel ritenere cl1e, mancando i mezzi di coercizione materiale, sia' solo attraverso la trasformazione in diritto interno degli atti della Comunità, cl1e questi vengono ad avere valore per gli individui, sembrando di conseguenza più corretto parlare di Unioni internazionali sic et simpliciter (cfr. Diritto iriternazionale pubblico, Palern10, 1960, 3a ed. pagg. 186, e 448). Tutto ciò senza dire del tentativo del Morelli (Nozioni, cit., pag. 262) di sostituire il termine cc sop_ranazionale » con quello di « superindividuale ». Del resto sul piano storico, come osserva giustamente il REUTER (La Communauté européerine du charbo·n et de r ac.ier, in cc Université d' Aix - Marseille, Le Fédéralisme », Paris, 1956, pag. 349) non sempre i rapporti tra cooperazione intern~zionale e federalismo si pongono in termini di chiara o·pposizione. Certo, non da oggi, nelle trattative succedutesi per creare le strutture prefederali europee (v. soprattutto il caso C.E.D.) cc l'esprit de la cooperation » aveva: prevalso più volte sull' cc esprit de Ja fédération » . Tuttavia è innegabile (e lo sanno i membri delle assemblee ,parlamentari europee che hanno partecipato ai dibattiti strasburghesi dal 1949 al 1954) è innegabile, dicevamo, che non bétsta riferirsi a una continuità 93 Bibliotecaginobianc9 I

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