Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

.. ration ... », puo essere troppo presto per convocare il consiglio costituzionale o la dieta dei principi; non è più troppo presto per mettere da parte il linguaggio e gli accenni misteriosj. Un sistema stata·le europeo non si fabbrica così semplicemente e così grossolanamente come un'unione doganale. La dis~rmante incapacità dimostrata fino ad oggi dai ceti dirigenti europei a· sviluppare sia pure nei lineamenti più rozzi una concezione politica di quell'unità che pure dichiaravano di volere, non derivava soltanto dalla prudenza di lasciar prima ben maturare le cose: essa nasceva dalla a·ssoluta impossibilità di arrivare ad una simile concezione sulla base dei concetti abituali dello stato monistico, corrispondenti alla tradizione del sistema europeo. La concezione deve dunque rifarsi a forme di organizzazione pluralistiche delle epoche che hanno preceduto la formazione degli stati nazionali, quando si tirava avanti senza una concentrazione di tutti i poteri in un solo governo centrale e in una sola capitale, senza una concentrazione di tutti i settori della vita politica, sociale, economica e cultura·le, e senza il livellamento di tutti i rapporti di appartenenza in una struttura unitaria di comando. L'Europa, anche una Europa degli Stati della· piccola Europa, non può diventare uno stato unitario, e, per molto tempo ancora, nemmeno uno stato federale; il pluralismo e il dualismo francotedesco del suo nocciolo più interno le è connaturato; l'equilibrio europeo, che è diventato inutile come giocattolo della politica di potenza interstatale, deve continuare ad esistere come equilibrio interno di una unione di stati. Un edificio pluralistico comporta ordinamenti gerarchici, privilegi, legami più o meno stretti; e la parola egemoni~, la quale nel sistema di equilibrio europeo aveva un significato quasi satanico, vuol dire solamente che ogni raggruppamento di stati ha il suo baricentro politico. Ma la circostanza che fece diventare attraente per De Gaulle la concezione piccolo-europea, che cioè nell'ambito della Piccola Europa la precedenza diplomatica e protocollare toccava naturalmente alla Francia, perchè solo la Francia ha seggio e voce negli organi delle grandi potenze, è sintomo di una situazione pref ederale, che potrebbe essere elevata ad istituzione solo se la· diplomazia francese non sostenesse più negli organi di cui la Francia fa parte una politica francese, ma una politica decisa in comune, e cessasse con ciò di essere una diplomazia solamente francese. Ciò viene ancora impedito da parecchio ciarpame diplomatico, non solo in Francia, ma anche in Germania. Ma qui sta il problema: l' « imponente confederazione » ha bisogno di molto poco per diventare realtà, ma questo cc poco )) è l'elemento 87 Bibliotecaginobianco

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