Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

che si credevano sani non hanno sentito alcun bisogno spontaneo di sottoporsi alla terapia degli invalidi. Per l'Inghilterra, l'equilibrio continentale e soprattutto quello franco-tedesco, costituisce il presupposto della potenza mondiale e di tutta la tradizione britannica di essere of Europe, not in Europe, sicchè il pretendere che d'ora· in poi essa sia o dentro o fuori è una sfida lanciata a tutto quello che era la britannica coscienza di sè e del mondo. Per la Svizzera, accerchiata e rinchiusa dal Mercato Comune, l'equilibrio politico, militare e diploma·- . tico delle potenze che la circondavano era il presupposto non solo della neutralità, ma anche di quel suo perfetto modello di federazione di nazioni europee in piccolo, ed essa aveva trovato da tempo nell"Inghilterra un costante protettore contro egemonie europee e Sante Alleanze. Il sistema interno della Confederazione, equilibrato fin nelle più piccole cose, e la volontà particolaristica di indipendenza, grazie alla quale la Svizzera è riuscita a tenersi fuori da tutto un secolo di ossessioni n~zionali, sono intatti; ma la sua neutralità poggia sul vuoto se gli stati che la circondano si uniscono, e non hanno più bisogno di ricorrere alla funzione pacificatrice che la Svizzera poteva svolgere ancora dopo il primo conflitto mondiale. Espressioni come cc neutralità esterna n, Helvetia Mediatrix, cc guardia a·l Gottardo » sembrano ormai il suono di uno vecchio artistico orologio le cui lancette stanno ferme. E nelle zone periferiche scandinave ed iberiche dell'Europa occidentale l'eccitazione si diffonde nelle forme più diverse: per tutti i paesi situati in quelle zone l'unione doganale continentale, che consente solo la scelta· tra dentro e fuori, è insieme un segnale di allarme economico e l'espressione evidente di un'unità politica ancora nebulosa, l'annuncio della fine di quell'equilibrio europeo che aveva consentito il formarsi di zone riparate e di angoli morti in cui quei paesi avevano potuto farsi tranquillamente una ca·sa. Per l'Austria e la Finlandia, infine, stati-cuscinetto neutralizzati ai margini del bastione russo, l'obbligo di decidersi ad essere dentro o fuori sarebbe l'equivalente di un'espulsione. La drammatizza•zione, che spesso sembra artificiosa, del capovolgimento avvenuto nel sistema europeo e che non è ancora concluso, è un utile correttivo contro la spensieratezza senza 1Jroblen1i con cui i pianificatori della piccola Europa concepiscono i loro piani e gli abitanti dei pa·esi accettano l'integrazione del miracolo economico, come se tutto questo non riguardasse per niente gli « altri ». « ... en attendant d'en venir, peut-ètre, a une imposante conféder 86 B'ibliotecaginobianco

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