della Francia• nella Sarre, e avrebbero soffiato con gioia su ogni esca accesa - bensì a sdrammatizzare tutti i conflitti e ad europeizzare tutti gli oggetti della contesa. Per apprezzare adeguatamente questa condotta diventatg ormai abituale da dieci anni in qua, non bisogna mai dimenticare che era possibile tenere un atteggiamento del tutto diverso, il quale sembrava offrisse buone prospettive a breve scade11za: non è stata affatto la necessità imposta dalla divisione dell'Europa in due zone di sicurezza, americana e russa, a· incoraggiare l'avvicinamento franco-tedesco. Il pericolo proveniente dall'Est non l1a determinato il riavvicinamento piccolo-europeo, privo di importanza militare e finora scarsamente rilevante nella politica internazionale, bensì il Patto Atlantico; e avrebbe potuto dar vita ad un sistema di satelliti americani nel quale tutti i fili facessero capo a Washington, senza legami trasversali, come nel sistema dei satelliti orientali tutti i fili corrono verso Mosca e tutti i governi vassalli intrigano l'uno contro l'altro presso il gra11de protettore. Non sono mancati nè i presupposti 11è le te11tazioni e le occasioni per riprendere il vecchio gioco di equilibrio; e tutte le potenze mondia'li avrebbero GOngioia protestato la loro opera di onesti sensali, se soltanto Parigi e Bonn li avessero invitati. NO11ostantel'approvazione generalmente espressa per il nuovo accordo, esso è rimasto una 11Ovità irritante per chi era abituato a fungere da giudice; soprattutto la diploma·zia e la stampa inglese trovano ancora difficoltà ad adattarsi al fatto che l'Ingl1ilterra deve inserirsi nel gioco contine11tale facendo affidamento soltanto sulle sole sue forze, perchè i gridi di allarme, che cl1iamano alternativamente in causa il nuovo periodo tedesco e la politica egemonica francese, lasciano indifferenti sia l'opinione pubblica francese e sia• quella tedesca (con la conseguenza che l' (( asse ParigiBonn » è diventato uno spauracchio innaturale). Sarebbe una presuntuosa assurdità il voler scorgere in questo atteggiamento irritato l'espressione di una semplice malevolenza (ancl1e se nella stampa inglese a basso livello periodicamente esplodono vere e proprie epidemie di odio, diventate invece sempre più rare perfino nella più oscena pubblicistica del continente). Ma non aveva del tutto torto il liberale, ed assai « europeo », « Economist », quando la primavera scorsa, nel mezzo di una dura ripulsa della tirata di Mac Millan a Washington sul « Blocco Continentale », i11serì l'osservazio11e: cc È proprio la scarsezza di obiettivi positivi in comune che porta spesso i francesi e i tedeschi, o almeno i loro governi, a basare la loro armonia 84 Bibliotecaginobianco
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