Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

accettare solo perchè costrettavi da una coalizione mondiale, andata di nuovo a pezzi subito dopo il conflitto; la Germania, per infrangere questo sistema di Versailles, la cui distruzione doveva provocare unér nuova coalizione mondiale; l'Inghilterra, per riservarsi la fu11zione di un conservatore distaccato dell'equilibrio, per incoraggiare o rimproverare alternativamente tutti e due gli a'ltri maggiori protagonisti del gioco politico europeo. ·La situazione maturata da quella esperienza, terribilmente in ritardo ma ancora non compresa fuori dei Sei, consiste assai semplicemente nel fatto che tutti e due i prota·gonisti che stanno di qua e di là dal Reno hanno perduto il gusto del gioco crudele dopo la seconda e totale catastrofe. Non è stata una rivelazione improvvisa, ma è stata la somma' di brutali esperienze ad agire lentamente e sordamente; non l1a operato una concezione nuova e compiuta, ma a'l principio solamente la perdita della fede nella vecchia. La politica estera della restaurata Repubblica francese nel 1945 ritornò, con una cigolante routine, automaticamente nel binario sconvolto di Versailles: alla dissoluzione del1' organismo statale tedesco, al confine militare sul Reno, alla amputazione della Sa1·re, al controllo della Ruhr, alle riparazioni e demolizioni. E se, alla fine, l'avvocato industriale Roberto Schuman sostituì il maestro di storia Bidault al Quai d'Orsay, accadde perchè ci si rese conto che la Francia poteva contare ancora meno di quanto potè contare nel 1919 sul sostegno dei suoi alleati per questa sua politica; e meno ancora che nel 1919 essa era capace di realizzarla per proprio conto. Tr~ molte incertezze, spesso con meschina furbizia, passo passo arrivò, insieme con lo slogan dell'europeizzazione, l'ora della politica fondamentalmente nuova, dell'intesa diretta con la Germania senza intervento delle potenze mondiali. La prima realizzazione complet~ di questa politica è stata la CECA: la svolta fu possibile perchè al di là del Reno, in una Germania amputata e respinta dalla catastrofe verso l'Occidente, non arrivò al governo il prussiano rosso Kurt Schumacher, bensì il renano conservatore Adenauer; il nuovo e rabberciato stato tedesco, cioè, non si mise, come dopo il 1919, a mobilitare l' opinione pubblica mondia'1e a favore di una politica revisionistica da opporre al gioco francese, ad avanzare richieste di giustizia e di eguaglianza - il che avrebbe senz'altro trovato un'eco favorevole non solo presso gli uomini politici anglosassoni, ma anche a Mosca:: l'Unione Sovietica e i partiti comunisti degli altri paesi elevarono protesta, in nome del diritto all'autodeterminazione, contro la politica imperialistica 83 Bibliotecaginobianco

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