Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

• nella superficie, defi11iti no11 da centri di potere e da gradi di sottomissione, bensì da linee di divisione, rimuovibili solo per mezzo della guerra, di potenze statali, ognuna delle quali era sovrana· nel proprio ambito, per quel che riguardava la forn1a dello stato, il diritto, la società e l'economia, e altrettanto sovranamente decidevct sui suoi rapporti di pace o di guerra coi propri vici11i: .1' autorevole concerto dei gra11di che si riconoscevano reciprocamente come grandi potenze, e i piccoli sparsi di mezzo come èlienti o come neutrali, ma pur sempre altrettanto sovrani. Il tutto in combinazioni perpetuamente vaìianti, co11manovre diplomatiche e armamenti militari che si tenevano reciprocamente in iscacco, in modo che nessuna delle potenze continentali potesse acquistare la prevalenza, e verso l'esterno imbottigliato ad occidente dall'Inghilterra, cl1e era cc of Europe, but 110n in Europe » e cl1e si preoccupava attivamente di far da equilibratore della bila11cia di potenza, a·d oriente dalla Russia, tappo imma11e e un po' sinistro, cl1e si estendeva fino alle ste1Jpe dell'Asia centrale, e dallo stato turco, 1nantenuto in vita con la respirazione artificiale, anch'esso a suo modo « of Europe, but not in Europe ». Fi110 a quando questi tappi tenevano, il gioco di sca·cchi co11tinentale poteva andare avanti per conto suo, senza preoccuparsi del resto del mondo. Il meccanismo ce11trale interno di questo labile equilibrio era il bilanciarsi tra le potenze ad occidente e ad oriente del Reno, tra il complesso centro-europeo, cl1e sempre di nuovo si riuniva minacciosamente e che sempre di nuovo era forzato a· scomporsi con difficoltà, e una Francia, dai confini limitati ma nell'interno profondamente unita, cl1e riusciva solo con t1n 1)ossente sforzo amministrativo e n1ilitare e con complicate alleanze a mantenere la bilancia delle forze. Questo equilibrio continentale, periodicamente 1icostruito dopo grandi guerre, alla pace di Westfalia, ad Utrecht, al Congresso di Vienna, e, fì11almente, quasi come un rabberciamento di stracci e di rottami, a Versailles, era a sua volta il presupposto del dominio dei mari e della politica 1nondiale dell'Inghilterra e dell'esclusione del sistema coloniale dai conflitti interni europei. Ed era anche il presupposto della dottrina della politica estera: americana, che si espresse da J efferson a Monroe fino a Wilso11 nella costituzione di un cordone sanitario intorno a tutto il conti11ente americano, per tenere lontana la peste del sistema europeo, « con la _sua mescolanza di alleanze e di intese, la sua complicata rete di intrighi e di spionaggi, nelle cui maglie è stata presa tutta la famiglia dei popoli », a cui, nel 1916, Wilson attribuì l'in81 Bibliotecaginobianco

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