differenze tra membri e non-membri è un coltello senza lama, a cui manca anche il manico; e il rifiuto di qualsiasi compromesso sull' ampiezza di tale discriminazione, il non accontentarsi d'altro se non di una totale non-discriminazione, significava, traducendo in prosa dal gergo tecnico, che l'unione doganale era inaccettabile. A questo punto gli europei associati contromanovrarono e 1nobilitarono gli americani e l' organizza~ione commerciale mondiale, per protestare solennemente a: loro volta contro l'idea di una zona di libero scambio grande-europea, cioè contro una zona di preferenze che avrebbe sostituito la tariffa esterna comune con un certificato di provenienza europea, perchè a questo modo si sarebbe discriminato il commercio extraeuropeo senza la giustificazione di un ideale superiore. Le formule tecniche, le manovre ed anche le difficoltà solo come mere contorsioni rituali davanti alla Carta del commercio mondiale, ma oggetto di riverenza magica con la sua clausola universale della nazione più favorità, invocata sempre come impegnativa nel futuro, bencl1è in pratica nulla. In realtà quella formula è un feticcio che blocca la strada ad og11i accordo commerciale regionale elastico. Mentre gli esperti delle due parti si cannoneggiavano ininterrottamente, senza che l'uomo della strada comprendesse molto di tutto questo chia·sso, un po' alla volta cominciò a riscaldarsi anche la polemica, la quale, per irragionevole che fosse, era, tuttavia, assai più comprensibile. Era da tempo che volgarità così massicce non venivano scambiate tra uomini di stato europei; e la calma· marmorea delle autorità dell'unione doganale, le quali, trincerate dietro il loro solido trattato, lasciavano passare la tempesta sopra· di sè senza reagire, eccitò al massimo grado gli assedianti, costretti ad operare allo scoperto. La stampa popolare inglese ed il signor Mac Millan in persona denunciarono l'unione doganale come un bastardo diabolico, figlio insieme del blocco continentale napoleonico e del vallo atlantico hitleriano, contro il quale la Gran Bretagna doveva cercare a'iuto dovunque, magari anche presso Belzebù. Serissimi giornali svizzeri travisarono sistematicamente sopranazionalità ed ipernazionalisn10, descrissero ai loro lettori r associa•zione doganale come uno stato moloch, centralistico ed assolutistico, che avrebbe divorato i piccoli paesi; e nell'Austria, cosciente della sua nazionalità, chi gt1ardava con la coda dell'occhio alle trattative del MEC era bollato come na:zista, fautore dell'Anschluss e traditore dell'homo austriacus. E tutto ciò in considerazione soltanto di un oscuro futuro: poichè fino ad oggi non s'è avuta la minima trac79 Bibliotecaginobianco
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