Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

zione del commercio con r estero e quando la miseria finanziaria e va'lutaria faceva sembrare del tutto inverosimile cl1e la Francia sarebbe stata in grado di adempiere anche ai più elementari impegni del Trattato, - e dal momento che il Trattato medesimo fu preso sul serio come un dato di fatto esistente, con meraviglia anche dei suoi autori, ecco che l'economia si diede da fare, con la diligenza di un formicaio messo in subbuglio, per adattarsi al nuovo stato di cose, esattamente come ha sempre fatto per una nuova situazione alla quale sa' di non potere sfuggire. E proprio questa diligenza, causata dallo spavento, ha finito col dare, per parte sua, la più sbalorditiva' conferma a questo atto quasi frivolo di arbitrio politico, ed ha dimostrato che il Mercato Comune non produceva affatto la catastrofe delle economie nazionali, m~ una nuova epoca· di pionieri. Può apparire sorprendente, a politici del tipo dei procuratori del mondo degli affari, che la politica, quando non prende ordini dall' « economia », può prescrivere a questa, quasi capricciosamente, la sua direzione, e la può voltare, i:naltrattare, nazionalizzare, europeizzare, integrare e disintegrare. Pure, questo è il contenuto di quasi tutta la storia economica. Che i cc congiurati dell'Europa » abbiano intrapreso l'unifìcazione economica e non quella politica, significa solo che le strutture economiche sono più docili di quelle politiche, poichè l'economia è un processo e la· politica un'istituzione ed un rituale. L'integrazione economica era la via della minor resistenza, che consentiva di evitare accuratamente il tabù della sovranità nazionale; e per metterla in movimento è stato sufficiente aprire gradualmente le chiuse della co1Tente dei beni tra i sei paesi, senza cl1e, per ciò, altrettanti governi e parlamenti dovessero rinnegare se stessi. No11v'è bisogno di nessun giuramento della , pallacorda, di nessun nuovo parlamento di Francoforte che offra l~ corona di imperatore europeo a De Gaulle, non v'è bisogno di deporre i sovrani del Belgio, dell'Olanda e del Lussemburgo, perchè un giorno i consumatori europei possano scegliere, liberamente e senza pagare ta:sse punitive sui consumi non-nazionali, tra formaggio olandese, Camembert e Gorgonzola. Che, però, l'integrazione economica debba condurre necessariamente anche a quella politica è una palese assurdità: gli stati non crescono assieme impercettibilmente, a differenza degli spazi economici, cl1e possono· svilupparsi in unità al di sopra· delle frontiere statali nei tempi di bonaccia, senza tuttavia creare situazioni così irrevocabili che il primo conflitto politico non le rompa e spazzi via. L'integrazione eco70 Bibliotecaginobianco

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