una notevole tra:sformazione in atto delle cose europee: dieci anni fa c'era un'Europa della quale non esisteva nulla, tranne il fatto che se ne parlava molto; il che, tutto considerato, era assai poco, pur se a questo scopo si costruivano tribune oratorie solenni, si inventavano emblemi e si emettevano francobolli. Allora v'era, tuttavia, un'immagine pittoresca di ciò sche si aveva in mente, un'immagine nebulosa: quella prequarantottesca di un'Europa unita' con elezioni, stati generali, ministri, capitale, inno e bandiera. Salvo il fatto, naturalmente, che non v'era alcuna idea della via che portava ad una simile costruzione, e si indugiava nei confronti alquanto improprii con l'età eroica dei movimenti di unità nazionale. Nel frattempo la concezione politica si è scolorita fino a ridursi all' « Europa delle patrie », che consiste nel fatto che i suoi vecchi e saggi uomini di stato si fanno visita a Bad Kreuznach o a Rambouillet e manifestano la loro concordia : spettacolo certo racconsolante, ma che non crea nessuna istituzione, e che dà pochissime garanzie per l'accordo dei loro imprevedibili successori. Per il resto, al posto dei manifesti europei è subentrata la dinamica robusta del cc processo di integrazione » cioè l'amalgama di funzioni economiche, norme, pianificazioni, interessi e ra'ggruppamenti di interessi, avviato da un atto di volontà politica di sei governi e che oggi si espande da sè in piena autonomia e con un effetto di reazione a catena; che cominciò al tempo del triumvirato Schuman-Adenauer-De Gasperi come « Comunità per il carbone e l'acciaio », e che oggi, sotto il segno di un'unione doganale che si rea·lizza, ha trascinato con sè tutta una massa formicolante di industriali, finanzieri, segretari di associazioni, studiosi di mercato e viaggiatori di commercio dei Sei stati e che h~ messo nella più grande agitazione i loro colleghi dei paesi vicini. Tutta questa febbrile attività è solo un geniale allungamento della strada? E nascerà, alla fine, da questo movimento autonomo dell'economia, che, attraverso un atto politico, è stata costretta a riorientarsi e a riorganizzarsi in un quadro più vasto, un'organizzazione politica nuova? Il trattato di Roma ricorda, con molta prudenza e solo alla fine del1' elenca•zione, che tra gli obiettivi della Comunità Economica Europea v'è anche quello di cc promuovere più strette relazioni tra gli stati che esso collega »; il che, dop·o tutto, è l'obiettivo di tutti i trattati interna- . zionali. Ma l'obiettivo ultimo, proclamato e fissato imperativamente in tappe di crescita ed in istituzioni, è nient'altro che il mercato unitario organizzato nell'area dei sei paesi contraenti, basato all'interno sulla libera circolazione e sulla divisione del lavoro e protetto da un solo 65 ·' Bibliotecaginobianco
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