Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

-· nella loro contemporaneità il più triste, alme110moralmente, episodio della recente storia europea - portarono ad una luna' di miele dolceamara tra Francia ed Inghilterra; e, con il comune sentimento di entrambi quei paesi di essere abbandonati da tutto il mondo e da tutti i benpensanti, produssero anche t1n bisogno nuovo per la Francia di costituirsi una solida base nella piccola Europa. E questo bisogno francese durò abbastanza perchè i trattati che istituivano la Comunità Economica Europea fossero approvati dai Parlamenti. Il periodo successivo di bassa marea fu in effetti caratterizzato da litigi sull'integrazione europea così aspri, che solo le irose esplosioni di Nikita Krusciov riuscirono a soverchiarli. E solo due settimane dopo il fa·llimento della Conferenza al vertice, il 31 maggio, il generale De Gaulle potè fare sulla politica mondiale uno di quei discorsi nei quali, accanto alle visioni antichissime di una unità europea « dall'Atlantico agli Urali », baluginavano i sogni sognati per dieci anni, e poi per lungo tempo dimenticati, di un regno carolingio; uno di quei discorsi nei quali solo i periodi bene martellati riescono a dare nobiltà di consacrazione politica al più banale e logoro aei pensamenti. « Se è vero - disse, infattj, De Gaulle - che l'alleanza atlantica è oggi necessaria alla sicurezza della Francia e degli altri popoli liberi del nostro vecchio continente, è altresì vero che questi devono, nell'ambito di tale necessario baluardo, organizzarsi in vista di u11comune avvenire di potenza e di progresso. Le difficoltà attraversate hanno mostrato loro quanto abbiano pagato a' caro prezzo le loro divisioni e i loro conflitti. Nè il Reno, 11èi Paesi Bassi, nè i Pirenei, nè la Manica, nè il Mediterraneo, queste cose per le quali hanno tanto a lungo lottato, li mettono oggi gli u11icontro gli altri. Gli odi so110cessati; al contrario, la nostalgia, che inspira ad ognuno di essi la loro relativa inferiorità in confronto dei grandi imperi, li unisce nella sperérnza che essi ritroveranno insieme quella grandezza di cui i secoli ha11nodato loro il genio e l' abitudine. A ciò va aggiu11to il fatto che essi costituiscono un insieme inconfondibile: ed è proprio la nostra epoca, che abolisce distanze ed ostacoli, a richiedere complessi vasti ed unitari. Co11tribuire alla costruzione dell'Europa occidentale, a'1l't1nificazione di essa in un solo complesso politico, culturale, economico ed umano, messo insieme per l'azione, il progresso e la difesa: ecco ciò a ct1i mira la Francia. Già la Germania Federale, l'Italia, l'Olanda, il Belgio e il Lussemburgo collaborano con noi in numerosi settori: in particolare nel Mercato Comt1ne, che entrerà nella fase di realizzazione col 31 dicembre 1960. Certamente 62 Bibliotecaginobianco

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