Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

vocati e proclamati, la bassa marea non ha mai potuto spazzar via interamente tutto quello che l'alta marea aveva portato a riva. Così il groviglio di commissioni, segretariati, trattati, competenze, centri burocratici, direttive, nomenclature, è venuto aumentando negli ultimi dieci anni e si è addensato intorno alle prime basi di Lussemburgo, di Strasburgo e di Bruxelles. E se è vero che esso è restato disperso ed infor- · me, è anche vero che si è sviluppato in modo tutt'altro che trascurabile: non è, forse, un nuovo continente, ma è certo un arcipelago a cui ogni nuova ondata aggiunge qualcosa. Ancora poco tempo fa un disgelo autentico avrebbe distrutto tutti questi dati promettenti: ma non si è mai arrivati a tanto. Il permanere della potenza russa al centro dell'Europa impedì 1~ ritirata degli americani ed evitò, ad onta di tutti i desideri in tale senso, che l'Europa occidentale ricadesse nella vecchia politica di campanile. E, insieme, fu solo perchè la colonizzazione russa della Germania Orientale non offrì mai ai tedeschi occidentali, nazionalisti e fautori della riunificazione, la minima opportunità, che Adenauer, il vecchio uomo politico renano, riuscì a·d imporre, per dieci anni, nel consiglio dei ministri, in Parlamento e nel paese, con pazienza pro,nta e tetragona ad ogni rovescio, tutte le iniziative europeistiche, anche le più dubbie, di cui si facessero fautori i governi francesi, amati o no che questi fassero. Il risultato inaspettato, e forse neppure sempre vagheggiato, è stato che la Repubblica Federale ha ricevuto, come in dono, tutto ciò che aveva sacrificato sull'altare dell'unificazione europea: le industrie della Ruhr, la San.e. , l'esercito ·federa1 le e una collaborazione francese priva quasi di ogni diffidenza. Questa è stata una delle costanti in senso europeistico negli alti e nei bassi della Piccola Europa; l'altra costante, più modesta, è stata la forza di resistenza di un'autentica massoneria di tecnocrati europei, la cui élite viene dalla scuderia di Jean Monnet, e che costituiscono oggi il gruppo di pressione più forte e più attivo che vi sia in Europa, padroni, come essi sono, della CECA, che conquistarono otto anni fa con un miscuglio di fanatismo tecnico-organizzativo, di intensa attività missionaria e di legge di Parkinson. Pure, tutto questo e la tenace buona volo11tàdi olandesi, belgi ed italiani, nel seguire Francia e Germania dovunque andassero unite, non avrebbero avuto più alcun significato e peso, e la stessa1 potenza del carbone e dell'acciaio europei sarebbe crollata, con il ~repuscolo dell'età del carbone, ·se all'orizzonte non si fosse levata di nuovo l'ombra patema di Stalin ad ammonire col ges~o minaccioso. Budapest e Suez 61 B.ibliotecaginobianco

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