- (e il tentativo di Me11dès-France di attirarli ft1 troppo tardivo per poter avere successi); e, senza riuscire a realizzare nulla sugli altri piani, fi11ì con l'avere un peso, in direzio11e antieuropeistica, addirittura sproporzio11ato alle sue dimensioni effettive. E vi sarebbe da spiegare perchè gli uo1nini in apparenza più dinamici e moderni del radicalismo fossero così ostinatamente avversi a tutti i progetti e le iniziative federalistiche: ora la spiegazione di un simile fenomeno è complessa, e certamente, accanto alle motivazioni ideologiche ed al peso di passate esperienze politiche, i contrasti personali e le ambizioni individuali hanno avuto una grande influenza. Pure, senza voler fare del determinismo economico, non si può evitare di sottoli11eare che i11Francia non solo l' agricoltura protetta ma ancl1e i settori dell'industria più progrediti e moderni erano stati, tra il '49 ed il '55-',56, risolt1tamente avversi alla integrazione europea. Fenome110 paradossale almeno in apparenza, cl1e può spiegarsi solta11to co11un timore sovreccitato ed ingiustificato che i fiori di serra, coltivati con tanta passione e tanto orgoglio 11elgiardino di un apparato industriale in molta parte disordinato ed jnvecchiato, potessero essere bruciati dal ve11to troppo freddo della concorrenza internazioi1ale e principalme11te di quella tedesca. È verosimile (e cl1i pensi all'insistenza di un Mendès-France sulla 11ecessità di un risanamento economico della Francia per poter affrontare ]e i11cognite della integrazione è tentato di dare colore di certezza a quella verosimiglianza) cl1e i leaders radicali più colti subissero l'influenza proprio di quei settori industriali che si sono detti. Ma comt1nque ciò sia, quell'alleanza tra un' agricoltt1ra malthusiana ed t1n'industria modernissima v'è stata, e contribuisce a dar ragione della compattezza del fronte politico anti - europeistico. Che poi quella che aveva l'appoggio di tale singolare alleanza sia potuta passare per una 1Jolitica progressista ed abbia potuto avere gli applausi dei progressistj d'ogni paese, è discorso diverso, che non è qui il luogo di fare. Ma l'analisi delle posizioni delle forze che abbiamo conve11uto di chiamare liberali resterebbe i11completa se 110n si facesse riferime11to, sia pur brevemente, a quei gruppi che, 11011militando in 11essun partito o trovandosi alla periferia dei partiti politici, hanno, tt1ttavia, avuto un 11otevole peso sull'orientame11to dell'opinione in virtù del fatto che erano costituiti, per la massima parte, di intellettuali; se no11 si facesse riferimento, insomma, a qt1ella parte della cultura francese non marxista che, per tradizione, contribuisce a 'fare' l'opinione politica in Francia assai più che non capiti in altri paesi. Ed in questi settori si può dire 50 Bibliotecaginobianco
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