Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

perse una buona metà dei voti che aveva prima ottenuti con meraviglia di tutti ed anche sua propria. Ma appunto questo significato di ritorno della vecchia Francia, che assunse la ripresa radicale, è illuminante sulle dottrine e la composizione del gruppo, e lascia intendere quale dovesse essere il suo atteggiamento su un problema come quello della unificazione europea. La retorica del cc pas d' ennemis à gauche » si era da molto tempo, dalle grandi giornate di Cleme11ceau, confusa, nei radicali, con la retorica nazionalistica e patriottarda, e già negli anni 'SO, ad onta della loro partecipazione al Fronte Popolare, essi erano un partito conservatore, attaccato in economia alle peggiori pratiche malthusiane, e in politica ad una nostalgia di grandezza, nella quale si confondevano le lontane •memorie della patrie giacobina, degradate ormai ad esercitazioni da comizio, e i più recenti ricordi della repubblica imperialistica dei decenni a cavaliere tra Otto e Novecento, una nostalgia di grandezza che, dopo il crollo del '40, non poteva esprimersi in altro che in una difesa ossessiva della souveraineté nazionale. Era naturale, pertanto, che i révenants fossero intransigentemente nazionalisti ed anti-europeisti: Herriot, più che ottantenne, fece una bandiera della sua persona, che rappresentava, per così dire, le glorie antiche del partito, per battersi strenuamente contro ogni scalfittura al dogma glorioso della sovranità; e Daladier riuscì perfino a far dimenticare il vecchio nomignolo del '40, facendo vibrare, con la sua calorosa eloquenza, tutti i risentimenti anti-germanici sopiti ma non spenti nella anima nazionale. Certo è significativo che a questi vecchi leaders, che avevano portato il partito di disfatta in disfatta, si opponessero i giovanissimi, i deputati che erano stati eletti per la prima volta nel dopoguerra, che non avevano un'eredità di errori passati da difendere, proprio sul problema dell'integrazione europea. Ma questi giovapissimi erano pochi e la loro azione riuscì poco vigorosa non solo per la cautela che essi dovevano usare coi venerandi patriarchi, ma anche ed anzi soprattutto per il fatto che erano separati dai più autorevoli rappresentanti delle generazioni intermedie (si pensi, ad esempio, ad un MendèsFrance) dal loro possibilismo sugli altri problemi. La grande tragedia del radicalismo francese fu, innanzi tutto, che la base era sostanzialmente conservatrice e nazionalista, come i più vecchi dei suoi capitani; e che, tra gli altri leaders, coloro che si consideravano progressisti nella politica economica erano anti-europeisti, mentre gìi europeisti passavano per conservatori nelle altre questioni. A questo modo il partito respinse tutti coloro che erano nella terra di nessuno tra radicalismo e socialismo 49 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==