Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

e le loro manovre più o meno tortuose sono troppo note perchè vi sia necessità di rievocarli particolareggiatamente. Il dato di fatto resta la ostinatezza con cui il Partito Conservatore, nella . sua maggioranza, continua a rifiutare di prendere in considerazione fin le osservazioni di quei gruppi minoritarii nel partito stesso e nel paese, osservazioni che non possono certamente essere considerate federaliste, ma che, tuttavia, potrebbero servire ad avviare un discorso suscettibile di conseguenze concrete importanti in una prospettiva a lunga scadenza, o almeno sul piano più limitato dj un processo di integrazione economica dell'Inghilterra col continente. Più eloquente a11cora_di quello dell'Inghilterra è il caso della Francia : qui le forze che possiamo chiamare liberali, e che vanno dai gruppi di indipendenti e contadini sul centro-destra a quelli radical-socialisti sul centro-sinistra, non solo non sono state capaci di tenere dal principio alla fine dell'arco cronologico che qui co11sideriamo lo stesso atteggiamento, ma anche si sono lacerate e frammentate tutte le volte che c'era da prendere qualche decisione importa11te. Gli è che in Francia, sulle forze che si situavano sul centro-destra dello schieramento politico pesava il ricatto non tanto della destra monarchica e fascista (che, come forza elettorale, era praticamente scomparsa dal momento che ancora vivo era in tutti il ricordo del collaborazionalismo di quei settori di estrema con l'occupatore nazista), quanto quello del movimento gollista. Intorno agli anni '50 fu evidente che il famoso Rassemblement ,du Peuple Français, cl1e il generale aveva fondato, malgrado la pretesa di essere sul piano sociale un movimento di sinistra e malgrado le dichiarazioni di rottura col «sistema» che facevano ad ogni occasione i suoi teorici, si rivolgeva soprattutto all'elettorato benpensante delle province, sciovinisticamente phiuso ad ogni tentazione europea, ancora sensibile al richiamo di una grandeur nazionale, ed anzi reso più sensibile a questo richiamo dalla liquidazione dell'impero, di cu! la guerra d'Indocina era in qualche modo il prologo; e fu evidente, altresì, che gli eletti del RPF tendevano ad assumere nello schieramento parlamentare lo stesso posto prediletto da indipendenti e contadini, il posto, cioè, di sostenitori di governi di centro-·destra. I moderati, pertanto, un pò per tentare di contrastare il passo ai gollisti presso il loro stesso elettorato, un pò perchè temevano le conseguenze sull'agricoltura francese, difesa da barriere protezionistiche, di un eventuale processo di integrazione economica delle nazioni del continente, ritenevano di esser costretti, malgrado i coraggiosi propositi di qualche .leader nazionale di sincere con47 Bibliotecaginobianco

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