Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

I « liberali » e l' Europa di Vittorio de Caprariis Qual'è stato l'atteggiamento delle forze liberali delle vecchie nazioni dell'Europa occidentale innanzi al problema dell'unificazione europea? E ·v'è stato un atteggiamento comune a tutte? E, finalmente, quali erano le ragioni dell'atteggiamento, o degli atteggiamenti, che tutte queste · forze, o ciascuna di esse, hanno assunto su quel problema? Prima di rispondere, o di tentare di rispondere, a tali domande sembra ovvio chiarire cosa si vuole intendere qui col termine cc forze liberali ». Sappiamo bene che l'aggettivo ' liberale ' si presta a svariate interpretazioni, anche senza tener conto dell'ultima in ordine di tempo, che è stata fatta valere a scopi propagandistici dai comunisti, che, cioè, siano tali quei partiti che, ad onta dei loro programmi, finiscono con l'esercitare, in una data situazione politica, una funzione obiettivamente liberale. Anche tralasciando quest'ultima definizione, che tende a trasferire ogni cosa nella famosa notte hegeliana in cui tutte le vacche sono grige, quell'aggettivo può dar luogo ad equivoci. E nulla Io mostra meglio della differenza che si potrebbe stabilire, ad esempio, tra l'accezione anglosassone del vocabolo e quella italiana: chè. nella prima 'liberale' sta come sinonimo di radicale, laddove nel vocabolario politico italiano degli ultimi vent'anni la parola sta come sinonimo di conservatore. Tuttavia, non ci sembra che assumere questa distinzione come discrimi11ante sia molto con-ducente per l'indagine che ci proponiamo di fare e che abbiamo sintetizzata nelle domande poste all'inizio: poichè accettare l'una o l'altra delle due accezioni equivale ad esclu,derne fermamente una delle due, e dunque a limitare eccessivamente il campo dell'indagine stessa. Non solo; ma se si accettasse, ad esempio, co·me chi scrive avrebbe disposizioni a fare per le sue proprie propensioni, 43 ·sibliotecaginobianco

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