denza contro di esso. Ma sembra che il disamore dei democristia11i per lo stato del Risorgimento si limiti ai suoi aspetti civili; per quel che riguarda il superamento effettivo di esso in istituzioni federali, salvo l'ultimo e drammatico periodo degasperiano, nulla è stato fatto. In Belgio e in Olanda, la lotta nazionalistica contro l'Europa è stata condotta in nome di tradizioni militari e dinastiche di anche più scarsa consistenza che nei maggiori stati; e anche per loro la liquidazione del p~ssato coloniale è avvenuta « indipendentemente >1, come fatto interno di debolezza, non come parte di un piano e di un'impresa europea. Si potrebbe sostenere che il nazionalismo europeo ha dopotutto perso la partita di fronte alle nuove realtà economiche; che non si è tornati all'autarchia, non solo; ma che il mercato comune e comunque le prospettive di collaborazione europea alimentate da quindici anni di politica post-bellica hanno creato un dinamismo concorrenziale sufficiente a giustificare la prosperità - precaria, ineguale, come si voglia, ma prosperità - dell'Europa presente. In realtà, ciò equivarrebbe soltanto a ripetere quel che abbiamo detto prima: che cioè il nazionalismo della seconda metà del ventesimo secolo non è più se non per una parte infinitesima il nazionalismo popolare e di massa, la soluzione nuova cercata da tutti gli uomini di stato, che esso era stato nel secolo scorso e nella prima metà del presente. Senza poter prescindere da eventuali e tutt'altro che impossibili crisi imminenti del sistema economico, o da inversioni della tendenza, il nazionalismo attuale è appunto in questa rinunzia alle soluzioni ardite nel suo senso - barbare o idiote, ma ardite e sue - e nella ri ... cerca di un proprio angolo nel presente. Ma ciò non significa che il nazionalismo del secolo XX sia meno dannoso nel presente, senza parlare dei pericoli avvenire. Anzitutto, nella lotta per l'indirizzo liberale e socialista, oppure totalitario, del continente, esso neutralizza in fatto, come forza di guida e di attiva partecipazione, l'Europa. Naturalmente, si può sempre fantasticare, come _fa De Gaulle, di una lega confederale di governi europ·ei che abbia la sua politica e tenga il suo posto nei confronti della Russia almeno nel periodo di vuoto della politica americana. Ma le fantasie restano fantasie e la somma dei paesi europei resta quella che è: la somma di potenze mediocri, legate per lo più da grosse eredità passive del passato, incapaci di entrare nella lotta per la « dissuasione » nucleare, 39 Bibliotecaginobianco
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