Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

se o inutilizzate, per una più complessa vita associata. C'era un bisogno di affermazione politica - insopprimibile negli animi umani, e a cui bisognerà dare in quaJsiasi sistema un mezzo di appagarsi - cl1e si esprimeva nella tensione estrema così del sentimento dell'indipendenza come di quello del primato, presenti nel sentimento nazionale fino dal principio. Il sentimento dell'indipendenza, portato al limite e non i11tegrato in una connessione storica si risolve nella separazione del proprio stato, della propria nazione dagli altri stati e nazioni e perciò nella negazione dell't1manità 2 ; il sentimento del primato, che sorge spontaneamente dal sentimento dell'unicità della propria esperienza nazionale, del suo valore « t1eber alles », sia pure entro limiti geografici dati, porta alla lotta per l'egemonia; cioè, in un mondo di nazioni eguali, alla sottomissione delle altre nazioni. E così si ebbe, per la terza volta, il compimento o la morte del nazionalismo nei grandi tentativi di egemonia nazionale totalitaria: nel razzismo hitleriano, contraddicente certo alla onesta sistemazione liberale delle nazioni indipendenti, ma non a tutti i motivi originari della spinta nazionale, di cui segnò la fine convulsa e tragicamente delittuosa. Se ci volgiamo attorno nel momento presente, non troviamo nulla della vitalità che ha contrassegnato il nazionalismo europeo nel secolo e mezzo della sua vita feconda di beni e di mali. Non c'è più la violènza con la quale le masse dei paesi totalitari aspiravano alla grandezza e al dominio sul mondo: senza dubbio percl1è i paesi totalitari nazionalisti sono stati battuti, ma anche per qualche cosa di più. La Germania battuta dopo il 1919 poteva esprimere una più· vigorosa vampata nazionalistica, perchè la s~a condizione politica restava intermedia tra la potenza mondiale e lo stato controllato dal concerto europeo; l'Italia nel 1922 poteva dedicarsi alle avventure e ai sogni di grandezza visto che sulle sue frontiere non aveva paesi in grado, secondo la tecnica militare e le condizioni politiche del ten1po, di minacciarne l'esistenza. Inoltre le classi dirigenti co·nservatrici di quegli stessi paesi non erano orientate verso la politica economica interna come mezzo di controllo delle masse. Oggi i movimenti neonazisti e neofascisti non hanno neppure più un fine di politica nazionale proponibile 2 L'indipendenza assoluta, non formale, pareva già a Luigi Einaudi, sul principio del secolo, appannaggio della « grande potenza n. Mussolini nel 1940 sosteneva di combattere una guerra di indipendenza, perchè le chiavi del Mediterraneo erano in mano all'Inghilterra. 33 Bibliotecaginobianco I ..

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