Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

secolo, dal 1870 al 1945. Prima si tentò di farlo morire con il compromesso del 1870-71, via di mezzo tra il concerto. europeo, l'equilibrio europeo dei politici sei-settecenteschi e il principio nazionale. Risorti a nazione i più nobili, storici popoli di cultura occidentale - i popoli romano-germanici della trattazione di Ranke; ma accanto a loro conservati gli stati plurinazionali-dinastici, ritenuti necessari all'equilibrio europeo: negata cioè l'esistenza, o l'esistenza piena di stato nazionale alle numerose nazioni che avevano avanzata la loro candidatura nel corso del secolo; alcune di esse - Boemia, Polonia - non facili da estirpare dalla maggiore storia europea, per l'uno o l'altro titolo. Poi, al di là di questa soluzione, che si potrebbe chiamare, non per piano che essi ne avessero, ma perchè ne furono i principali artefici, l'Europa di Cavour, di Bismark e di Napoleone III, si ebbe la soluzione che chiameremo mazziniana dell'Europa tra le due guerre 1. Questa seconda morte del nazionalismo - la morte per conseguimento dei propri fini - si rivelò anch'essa apparente. Nel nazionalismo - anche in quello positivo - c'era qualcosa che andaga e andrà sempre oltre al semplice desiderio di destare e unire energie che erano disper1 So' bene che quanto c'è di comprensione sentimentale del sogno dell'Europa cl i :Nlazzini si ribella a defini.T mazziniana l'Europa tra le due guerre, irata di contese per i diritti negati a questa o a quella minoranza, tenuta in piedi da alleanze di nazione contro nazione legate proprio a situazioni di frontiera e di 1ninoranza (Piccola Intesa, indipendenza austriaca)· nondimeno bisogna riconoscere che l'Europa del 1919 è quella che più si è avvicinata a un'Europa delle Nazioni. Risurrezione della Polonia e addirittura degli Stati Baltici; piccole nazioni non meno aggressive e fiere delle grandi (fino al giorno della resa dei conti); Iugoslavia, Cecoslovacchia. E sparizione di quasi tutte le dinastie europee. Si capisce che la situazione dell'Europa paresse ideale a un certo numero di democratici, e che parecchi italiani di tradizione n1azziniana si trovassero tra i difensori dei trattati del 1919. Che cosa mancava all'Europa del 1918 per potersi dire mazziniana? Mancava quel coronamento degli Stati Uniti d'Europa che balenò anche a Mazzini come compimento della sua Europa delle nazionalità, e che certo era postulato dal suo caldo senso di umanità; ma che bisogna riconoscere non aver mai avuto i caratteri caldi, concreti, del suo nazionalismo. In effetti, per tutto il secolo XIX la convinzione profonda dei grandi idealisti europei era che la diffusione del loro ideale sarebbe bastata a impedire i conflitti tra Stati e a determinare l'unità dell'Europa. Un'Europa di nazioni, di democrazie, di repubbliche, di socialismi non avrebbe conosciuto i i conflitti armati e quelli diplomatici che ne sono il precedente. Negli stessi Congressi della Pace del 1867 e 1869 in cui venne più volte lanciata la parola d'ordine degli Stati Uniti d'Europa prevaleva di gran lunga l'interesse per la causa della « democrazia », in tutte le sue sfumature (fino al bakunismo)' che quella per l'unità dell'Europa. 32 Bibliotecaginobianco

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