Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

, struzione europea, non accorgendosi affatto dei limiti oltre i quali questi due compiti non si integravano più ma diventavano contraddittori. Il tema della restaurazione democratica nazionale si prestava meglio a qt1esto tipo di direzione politica, poichè praticamente tutti i dati erano co•nosciuti. Abbandonati a sè stessi i partiti cattolici avrebbero avuto grosse difficoltà a dover definire in modo preciso il loro atteggiamento verso la democrazia. Ma no11erano abbandonati a sè stessi, poichè i tratti fondamentali della restaurazione era-no indicati dai detentori iniziali del potere che erano gli americani e gli inglesi. Si trattava di rimettere in piedi le istituzioni democratiche dell'epoca prefascista e prenazista, con qualche modifica del tutto marginale - qui un presidente al posto di un re, lì un po' più di decentramento ammi•nistrativo, altrove un rafforzamento del parlame~to o dell'esecutivo e via dicendo. Anche la politica economica e sociale da fare era praticame11te nota. Bisognava lasciar da parte i vecchi progetti corporativi, come i socialisti avevano dovuto fare con i loro vecchi progetti di collettivizzazione generale, e trovare u·n qualche empirico compromesso fra liberalismo e welf are state, fra organizzazioni industriali e sindacati operai, fra grande proprietà agraria e contadini, fra monopolisti e consumatori. Di proprio i partiti democristiani hanno portato solo la volontà di rafforzare l'inJluenza della chiesa. In modo assai diverso si poneva il problema della costruzione europea. A ~ifferenza dei socialisti i partiti cattolici non si attendevano grandi cose dagli stati nazionali, li amavano assai tiepidamente, erano memori del loro passato antico e recente, si erano risvegliati al senso universale della propria religione, erano assolutamente avversi alle pretese di dominio, anch'esse universali e religiose, del comunismo. Risposero perciò all'idea dell'Europa con una adesione sentita e sincera. Tuttavia qui non si trattava di restaurare ma di costruire ex-novo, non di fare ordinaria amministrazione ma di avere visioni politiche chiare e volontà di tradt1rle in realtà. Se si esamina da vicino il bagaglio mentale dei partiti democratico-cristiani si incontra la civiltà cristiana, il mondo libero, la solidarietà europea, l'integrazione economica, l'anticomunismo, le rievocazioni carolingie e via dicendo, cioè pensieri e brandelli di pensieri atti a caratterizzare un certo orientamento politico generale, ma tutti di per sè privi di risposta al preciso problema politico che occorreva affrontare. Non c'è da stupirsi se in queste circostanze ci siano state più velleità che volontà, più. dichiarazioni di intenzioni che effettive realizzazioni. 27 Bib iotecaginobianco

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