Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

; nazionalistica, anche in qualche barlume di valida opposizione ai sogni nazionalistici di De Gaulle cl1e s'intravede nella stessa Francia (e voglia il cielo che qualcuno degli oppositori abbia appreso dal Generale, per applicarla contro di lui, la lezione del coraggio delle proprie idee e del senso della grandezza!). Diremmo che qualche speranza per l'Europa potrebbe anche venire, insieme coi tanti pericoli, dalla stessa scoperta tedesca dell'11ranio a basso costo. Ciò detto, bisogna pur riconoscere che le forze politiche le quali dovrebbero essere interessate alla costit11zione dell'Europa federata ben poco hanno fatto e vanno facendo per non meritare il disdegno di Spin·elli; che troppi o cc si sono allontanati da una battaglia che sembrava troppo difficile », o cc si sono intimoriti », per non parlare delle cieche resistenze di coloro che, paventando l'Europa di Carlo Magno (e preferendole i gesta Dei per Francos) ha rinl1nciato a priori all'Europa democratica, o anche socialista o socialdemocratica. E soprattutto bisogna dare atto a Spinelli dell'indomita energia con cui egli si è dedicato a questa opposizione, che finora è più di agitazione europeistica che di semplice protesta. Se un rilancio europeo sarà possibile, lo si dovrà per molta parte a lui ed agli uomini del suo stampo. Perciò la presente nota vuol essere, al di sopra di ogni riserva, un omaggio reso a questa ostinata fede, ed intelligente fede; e perciò ancora ci piace concludere con le seguenti parole dello stesso Spinelli, scritte « nel momento particolarmente amaro del plebiscitario referendum francese in favore del nazionalista De Gaulle » : cc In t1n certo senso è giusto che un'idea come la nostra subisca tali disfatte. Essa implica 11ntal cambiamento nei costumi, nelle leggi, nelle strutture politiche, economiche e sociali, che, per esser presa sul serio e per sormontare le resistenze, deve dimostrare di essere ormai così radicata in alcuni spiriti, che nulla può più piegarla o spezzarla ». NICOLA PIERRI HENRI CLAUDE, Gaullisme et grand capital, Paris, ~ditions Sociales, 1960. « De Gaulle regna, il grande capitale governa ». Questa è la tesi centrale, richiamata significativamente perfino nel titolo, dello svelto e interessante volumetto del Claude, uscito nel maggio di quest'anno a Parigi per le Editions Sociales. Come si vede fa·cilrne11te,non è una tesi originale; l'interpretazione classista del fenomeno gollista, l'identificazione tra l'azione politica del generale e gli interessi economici dei grandi trusts finanziari francesi collegati in vario modo con il capitalis1no mondiale, il tentativo di presentare la conquista del potere da parte di De Gaulle e delle forze che lo sostengono come il p11nto di arrivo, lo sbocco necessario dell'azione i11trapresa nel secondo dopoguerra' dai grandi monopoli per controllare la vita pubblica, sono altrettanti motivi che si ritrovano nella pubblicistica e nella propaganda 236 Bibli~tecaginobianco ,

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