Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

poi la decisa volontà europeistica di Scht1man, di Adenauer, di De Gasperi; le resistenze coalizzate delle destre nazionalistiche, dei moderati, dei neutralisti, dei russofìli; la morte di Stalin; le paure della Francia, e il nazionalismo alla riscossa in tutta Europa; l'ambiguità di Mendès - France, la liquidazione della questione indocinese, la caduta della C.E.D., l'U.E.O.; il tentativo di rilancio europeo; il M.E.C.; Nasser, la questione algerina, la V Repubblica, la « coesistenza competitiva »; e potremmo aggiungere, anche se cronologjcamente vanno oltre i termini del libro, il fallimento della conferenza « al vertice » di Parigi, la questione congolese, la recente sessione dell'O.N.U. con la parata dei grandi della terra, le avances di De Gaulle per una 11iùstretta alleanza delle patrie europee intorno all'armamento atomico francese, la rinascita del nazionalismo in Germania coinvolgente Adenauer stesso, la scoperta tedesca intesa ad ottenere cc l'uranio a basso costo ». Dall'altro canto, per ricordare il comportamento di Spinelli e del M.F.E., basterà citare le quattro fasi in cui Spinelli stesso lo distingue: « Dal 1948 all'inizio del 1951 si svolge una polemica contro i tentativi funzio11alisti dei governi europei, accompagnata tuttavia dalla fiducia nella loro capacità di arrivare alla giusta impostazione del problema. Dal 19.51 al 19,54 il federalismo giunge fin sulla soglia di una vittoria parziale ma sostanziale, ed è infine battuto. Dal 1954 al 1958 prende forma e consistenza il tentativo di far nascere una forza politica popolare di opposizione et1ropea ai governi ed in genere alla vita politica nazionale. Dal 1958 questa opposizione s'approfondisce e s'i11durisce contro il riapparire del nazionalismo in Francia e altrove, e contro l'incapacità di elaborare una seria politica estera euro11ea ». Anche qui potrem1no aggiungere - fuori dei limiti cronologici del libro - che in quest'ultimo anno lo spirito di opposizione di Spinelli sembra essersi ancora esteso ed accentuato. Non saren1mo compiutamente si11ceri, se nascondessimo una certa perplessità proprio su questo progressi o inasprirsi cH Spinelli in posizioni di rottura e di opposizione co11tro tutto e tutti, dal rigetto della C.E.D. ad oggi. Alla lunga, son posizioni che rischiano anche per il loro contint10 irrigidimento, di tagliare il n1ovimento da lui rappresentato fuori delle possibilità, già di per sè tanto difficili e scarse, clj una azione effettiva; in altri termini, che potrebbero iste1ilirsi nella protesta solitaria. L'Europa non cade dal cielo, d'accordo, e finora le istituzioni dell'Europa a Sei non hanno intaccato sostanzialmente le sovranità nazionali. Ma è già qualcosa che esse abbiano dopotutto resistito alla recente spallata di De Gaulle; anzi è già significativo che siano esse il bersaglio delle spallate di De Gaulle. Non sempre, almeno non su tutti i piani, l'opposizione rigida è più efficace di quella elastica. Senza riandare alle polemiche degli ultimi anni, ricorderemo che in questa rivista, nel numero di settembre, Michele Tito ha indicato una prudente e saggia linea di difesa dell'idea federativa, che ci sen1bra degna di essere sostenuta. C'è infine qualcosa che ci lascia sperare in una possibilità, magari lontana, di rilancio europeo: la' sterilità stessa della politica 235 Bibliotecaginobianco

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