Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

mente comprensibile e anche, entro limiti assai più ristretti di quel cl1e si crede comunemente, di non indegno di simpatia », o l'accenno troppo sbrigativo al pensiero europeo di Mazzini (p. 30), sono un po' semplicistiche e non all'altezza del tono di grande pubblicistica politica che è proprio del resto del libro. GILMO ARNALDI ALTIERO SPINELLI, L'Europa ·non cade dal cielo, ed. cc Il Mulino », 1959. « La dotb·ina del federalismo europeo, elaborato tra le due guerre, nelle prigioni fasciste, da uomini che si liberavano del mito comunista, è un'utopia o una concreta proposta politica? In questo dopoguerra il federalismo europeo parve tradursi in realtà, tra il '48 e il '51, negli anni cl1e vanno dal piano Marshall alla C.E.D. Oggi assistiamo, sgomenti della miopia degH europei, ad una ripresa virulenta dei nazionalismi. Dove condurranno, costoro, l'Europa? Questo libro di Altiero Spinelli, il più coerente dei federalisti europei, anche se fornisce molti documenti a cl1i vorrà un giorno intraprendere questa narrazione, ma offre un mirabile esempio della concentrazione di pensiero e di volontà necessaria per cogliere le occasioni favorevoli quando si presentano, per affrontare le disfatte quando sopravvengono, per decidere di contint1are quando ciò è necessario » : così la presentazione del libro stampata sul risvolto della copertina, servendosi in parte delle parole stesse delr Autore; e difficilmente si sarebbe potuto dire di più, o meglio, tanto in breve. Il volume è una raccolta di vari saggi ed articoli scritti da Spinelli nel corso della lunga lotta europeistica; ma trova unità e coerenza, jnsolite in tal genere di pubblicazioni, proprjo per la saldezza delle convinzioni e del carattere di Altiero Spinelli, per quella sorta di illuminata monomanìa che ne guida il pensiero e l'azione. La sola intelligenza dello scrittore non basterebbe a spiegare il fascino di queste pagine, sensibile anche quando non si è completa1nente d'accordo con lui. È la tensione spirituale che le ispira ciò che prende il lettore e lo sforza se1npre per lo meno al rispetto ed alla simpatia umana. Senza nessuna concessione all'eloquenza intesa nel senso deteriore del termine, senza nessuna facile mozione degli affetti, col linguaggio volutamente secco della ragione, esse dànno testimonianza di un'esperienza politica personale, drammatica e nobilmente sofferta. Ma s'intende che il dran1ma personale di Altiero Spinelli, la sua sincerità, il suo acume, la sua stessa fattiva volontà di federalista non c'interesserebbero a tal punto, se la sua esperienza non impegnasse anche noi, se i problemi intorno a cui egli si travaglia non fossero i più scottanti tra quelli che c'impone la stessa realtà oggettiva del prese11te dramma europeo. Troppi amano essere sordi alla voce della ragione, troppi spregiano la democrazia, o per gretto conservatorismo o per civetteria più o meno risibile di stare <e a sinistra », quasi che temessero di peràere 229 Bibliotecaginobianco

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