degli anni intorno al 1936-38, non risulta, ad esempio, che il bel saggio su Michelet und Deutschland (Basel 1936) fosse a conoscenza degli studiosi italiani della storiografia francese dell'ottocento e del Michelet in particolare. Oggi, certo, la situa'zione è radicaln1ente cambiata: da quando Federico Chabod annunziò e discusse in· t1na bella recensione ( « Rivista storica italiana », LX, 1948, pp. 143-47) i due volumi delle H istorische M editationen, il nome e l'attività dello storico svizzero son divenuti sempre più familiari allo studioso italiano; e tutti oggi sanno che il Kaegi sta attendendo ad una monumentale biografia critica del Burckhardt (della quale sono usciti fin qui tre volumi, e il quarto, cl1e non sarà l'ultimo, è imminente), che è indispensabile allo studioso non solo Burckhardt, ma altresì della cultl1ra europea e svizzera tra Rinascimento e secolo XIX. Certo, la mole dell'opera è fatta per scoraggiare le migliori intenzioni del migliore editore possibile; ma sarebbe augurabile che, in una così significativa ripresa degli interessi e degli studi burckhardtiani, qt1esta grande biografia venisse tradotta in italiano. L'Italia - ha scritto di recente lo stesso Kaegi ( (< Rivista storica italiana », LXX, 1960, p. 531) - possiede oggi, per una fortunata congiuntura editoriale, l'edizione complessivamente migliore delle principali opere del Burckhardt; percl1è no11trasformare in merito la fortuna, ed offrire al lettore italiano, non familiare con la lingua tedesca, questo indispensabile strumento di lavoro? Insieme al bel libro del Loewith del '36, troppo rapidamente « superato » dagli studiosi italiani che se ne occuparono in quegli anni l'opera del Kaegi è infatti quanto di meglio si sia: scritto sul Burckl1ardt; e poichè è facile profezia che per decenni sarà ben difficile aggiungere particolari anche secondari a quanto stabilito dalla straordinaria competenza del Kaegi, si comprende bene di quale strumento verrebbero ad esser dotati, e per quanti anni, gli studiosi italiani. Potrebbe anche darsi (ma su questo c'è forse da nutrire minori speranze) che messi finalmente a contatto con la genesi e il significato reali della grande opera burckhardtiana sul Rinascimento italiano, certi studiosi si decidessero a rileggere (o a leggere) il libro stesso del Burckhardt e a fare finalmente ammenda delle tante sciocchezze che su questo argomento si sogliono ancora dire o a·ccettare dagli altri I L'edizione italiana di queste Meditazioni storiche, o meglio, di questa scelta delle Historische Meditationen, contribuirà comunque, senza dubbio, a diffondere la conoscenza diretta del Kaegi e a far sentire il desiderio di una conoscenza più completa ed esauriente. Perchè, il fatto stesso che di queste Meditazioni si offra una « scelta » dovrebbe appagare assai poco la curiosità del lettore intelligente. Fuori di questo bel volun1e, che certo nel complesso comprende saggi assai notevoli e che, una volta ammesso il criterio della scelta, non poteva esser concepito e curato in modo migliore, rimangono scritti estremamente significativi. Così, ad esempio, il lettore del saggio su Machiavelli a Basilea, non potrà non sentire il desiderio di leggere e di studiare 194 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==