Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

Mi si domanderà forse, adesso, perchè ho dedicato tanto spazio, e tanta pazienza, a' un libro di questo genere. L'ho fatto perchè mi è parso utile esaminare una sorta di caso clinico, il cui studio può riuscire utile, dal punto di vista metodologico, a chiunque si occupi di problemi costituzionali e federalistici, e in gener~le voglia capire quel che realmente si fa quando si elaborano o si studiano dottrine politicl1e. Non si tratta infatti soltanto del caso perso11ale del Kol1r, il quale pure dev'essere un tipico esemplare di quei tedesco-america11i (il nome non sembra lasciare dubbi in proposito), la cui sociologia è di cattiva marca: germanica (salvo qualche influenza propria del Toynbee meno plausibile, e di t1n Tocqueville inteso alla rovescia), e la ct1i psicologia è stata malmenata dagli avvenimenti: individui che odiano-amano, con psicanalitica ambivale11za, tanto la patria che li l1a respinti quanto quella che li ha accolti, e sentono il fasci110del marxismo (v. p. 101 sgg.) così come il terrore dell'esistenzialismo ( « il più impetuoso vento di distruzione che il mondo abbia mai conosciuto per secoli e secoli » : p. 374), e sono più inclini a capire le scomodità del mondo in cui vivono, che quelle ben più gravi dalle quali esso li preserva. Si tratta della più generale deforma•zione metodologica, provocata dalla tradizionale mania teorizzante in chiunque non abbia ancora capito che non si conosce mai per conoscere, ma solo per soddisfare esigenze uma11e, la cui legittimità 11Onva quindi mai esan1inata· altro che in sede pratica, da] punto di vista della sua attuabilità tecnica e della sua desiderabilità morale. Il Kohr è ancora1 di quelli che credono cl1e la scienza ricerchi semplicemente « la verità » ( come se la verità che si ricerca non fosse appunto quella che interessa!), e che le teorie si elaborino « per dare una spiegazione unitaria di tutti i fenomeni » ( come se allora, trovato A che cc spiega » a, b, c, ecc., non si dovesse trovare B che cc spieghj » A, e C che « spieghi » B, e così all'infinito). E siccome crede che la fisica si diletti di simili cose inutili e ha sentito che di questi tempi essa è la scienza di maggior successo (ma non vede invece, dai giornali, che essa ha appunto maggior successo in quanto offre agli uomini maggior IJOtere di modificare situazioni esistenti?), così aspira a creare, per e< tutti i fenomeni di carattere sociale », quella poco concludente cc spiegazione unitaria », che qualsiasi seria ricerca scientifica si guarda be11e dall'inseguire per e< tutti i fenomeni dell'universo fisico » (p. 9). Dominato dal complesso di questa' mimesi della fisica, il Kohr non solo si compiace di paragonare a « i11fezioni di neutroni » fenomeni di aggregazione o di disgregazione sociale (v. p. 152-53 n.), ma addirittura ricorre a Democrito e a Epicuro, a Lucrezio e a Planck, per accertare che quel che conta è la cc ricerca del piccolo » (p. 164), e che quindi anche gli stati non debbono essere troppo grandi ! In compenso, non si accorge come la sola cosa che dovrebbe fare sarebbe quella di studiare opportuni rimedi pratici, per di1ninuire gli inconvenienti e per accrescere i vantaggi della realtà che ci circor1da: 192 Bibliotecaginobianco

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