le une e le altre, che le marionette delle due sole vere potenze mondiali (p. 398). Gli Stati Uniti, per loro conto, diventeranno sempre più simili all'Unione Sovietica, anche per ciò che riguarda la « dose di accentramento e di dirigismo » : e per quanto questo sistema si potrà continuare a « chiamarlo anticomunista, ritenendolo conforme allo spirito del tempo, esso sarà tutt'uno col comunismo » (p. 402). Il Kohr, in fondo, è talmente bilioso contro il suo paese, che non solo a p. 79 parla di « eliminare metropoli come Chicago », ma a p. 74 n. sembra addirit- . tura attribuire ai Coreani del Sud le colpe che il documento ·citato addossa a quelli del Nord; e a p. 387 se la piglia con i diplomatici americani che sconsigliarono ai poveri Greci di comprare uno yacht per il re, mentre era saggio « risollevare il morale del popolo offrendo al suo rappresentante un simbolo di quell'agiatezza che i cittadini non potevano permettersi »). Alla fine, ci sarà la guerra, la quale « avrà un solo superstite », « finalmente in grado di realizzare quel mostruoso ideale dei nostri aridi pianificatori, ottenuto senza nessun risultato a un così terribile prezzo: lo stato mondiale, l'impero dell'unità, dell'uguaglianza e della pace. Essendo americano, io ho il fiducioso presentimento che tale impero superstite sarà americano ... » (p. 403). Ma a p. 405 parlando dello cc Stato mondiale superstite », si dice che cc non ha importanza che questo sia la Russia· o gli Stati Uniti». Tanto, l'impero superstite, cc dovendo assolvere il compito di amn1inistrare il mondo intero da una sola torre di controllo », sarà costretto a smembrare i grandi blocchi nazionali, e a cc fare quello che tutte le altre potenze mondiali hanno fatto, dai Persiani ai Romani dalla Chiesa Cattolica a Carlomagno, da Napoleone a Hitler»: cioè, suddividere il tutto in « unità amministrative abbastanza piccole ». « In altre parole, lo Stato mondiale, organizzando l'umanità intera in un grande organismo politico, se vorrà sopravvivere oltre il decennio occupato dai sanguinosi avvenimenti che avranno condotto alla sua creazione, sarà costretto a riesumare ciò che si poteva immaginare esso avesse distrutto per sempre: un mondo di piccole unità, un mondo di piccoli Stati » (p. 404). Purtroppo, anche questo mondo si esaurirà, perchè nulla: è definitivo. « Come i corpi celesti, esso si sfalderà gradualme11te all'interno, lasciando come suo principale retaggio alla posterità i suoi frammenti, i piccoli Stati: fìnchè il processo di consolidazione delle grandi potenze comincerà di nuovo. Non è piacevole fare una· tale anticipazione. Quel che è piacevole, invece, è la constatazione che, nel periodo intercorrente fra le epoche di sterilità intellettuale che sono segnate dal dominio delle grandi potenze, la storia molto probabilmente si ripeterà, e il mondo, ancora una volta piccolo e libero, conoscerà un altro di quegli sprazzi di grandezza culturale che hanno caratterizzato i piccoli mondi del passato, come quelli del Medio Evo e dell'Antica Grecia » (p. 40,5: fìne del libro). Così la teoria del Kohr si sarà dimostrata valida, anche dopo il cataclisma della terza guerra mondiale ! 191 Bibliotecagino·bianco
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