gnarsi di sfidare il potere federale, e a quest'ultimo basta poc~ forza per esercitare la sua autorità. Viceversa, egli dice, la federazione indonesiana sta andando in pezzi per colpa dello schiacciante predominio dello stato di Giacarta, allo stesso modo che il destino della federazione germanica fu segnato dal prepotere della Prussia su tutti gli altri Liinder. In un caso intermedio, quello del Canada, molte frizioni sono determinate qal fatto che due delle « provincie », il Quebec e l'Ontario, hanno potere soverchiante a paragone delle altre, e ancora più dal fatto che la prima di quelle due impersona la tradizione franco-canadese, e l'altra, al contrario, quella anglo-canadese. Queste osservazioni sono plausibili, e vengono rese anche più persuasive da certe cartine ipotetiche, aggiunte alla fine del volume, le quali, lì per lì, sconcertano il lettore. Dopo aver mostrato l'equilibrio distributivo delle entità componenti le federazioni americana e svizzera, e lo squilibrio tanto della vecchia unione germanica quanto della presente Europa dei Sei, il Kohr vi fa vedere come risulterebbe squilibrata anche la Svizzera se in omaggio al principio di nazionalità venisse divisa soltanto in una soverchiante Svizzera tedesca, in una piccola Svizzera francese e in una ancor più esigua· Svizzera italo-romancia (qui chiamata, chi sa percl1è, cc Latin Switzerland », come se ancl1e quella francese non lo fosse), e quanto inefficienti diventerebbero gli Stati Uniti cc se fossero organizzati col sistema europeo di blocchi semplificati ma· diseguali » (p. 418). La naturale, e n1olto utopistica, conclusione di tutto ciò è peraltro offerta dal Kohr in una rielaborazione della carta politica dell'Europa, ridisegnata prima (appendice VII) « secondo il sistema geometrico americano », e infine adattando questa partizione geometrica alle cc genuine pa1ti componenti dell'Europa, che suddividono storicamente le grandi potenze e che hanno un carattere naturale e non artificiale » (p. 422). Qui, per dare qualche ese1npio la Francia risulta divisa in cc Brittany, Normandy, Isle de France, Aquitaine, Burgundy, Languedoc, Midi », la penisola iberica in « Portugal, Asturia, Andalusia, Castilia, Aragon, Catalonia » e l'Italia in « Savoy » (Savoia, Piemonte e Liguria), cc Lombardy » ( con le Venezie e fino a tutta l'Istria), cc Tuscany » (Toscana, Marche, Emilia e Romagna), cc Roma» (Lazio e parte degli Abruzzi), « Naples » (resto della penisola) cc Sicily », cc Corsica » e « Sardinia ». (Ma a· p. 348 si parlava del cc Piemonte » invece che della « Savoia », e a p. 121 « Venezia » sopravviveva indipendentemente dalla1 « Lombardia » e cc Roma » non era « Roma » ma bensì « uno Stato Pontificio » I). Escogita·zioni utopistiche, come si vede, se anche dettate da una comprensibile esigenza di equilibrio, e di decentramenti interni in unità federative. Ma anche a questo proposito non sembra che il Kohr sappia bene che cosa vuole, perchè per un verso par desiderare che nella unità pacifica del mondo sopravvivano soltanto stati molto esigui (così, a p. 848, dice cl1e andranno cc smembrati » non solo la « Russia » ma anche gli Stati Uniti d'America, pur avendo altrimenti preso a modello 189 Bibliotecaginobianco
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