Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

trebbero costituire buoni strumenti per 'ridurre' la forza d'att razione delle aree di localizzazione industriale tradiziona•li e perciò spostare questa forza d'attrazione verso 'nuove aree' ... ... Una politica del genere consentirebbe alle industrie più 'obie ttivamente' legate al Nord di continuare a localizzarsi a·I Nord sì ma ' ' estendendo i benefici più immediati della propria presenza a d· altre zone del Nord medesimo; mentre che le altre iniziative potranno effettuare le proprie decisioni localizzative in termini più ' liberi' (e rigorosi) perché non vincolate da· fattori di natura più propriamente psicologica e tradizionalista » 11 • t quindi evidente, ci sembra, che, in Francia come in Italia, si deve fare molto di più rispetto a quanto si è fatto finora per affrontare .alle radici i rispettivi problemi di aménagement du territoire; e fra questo « molto di più » potrebbero rientrare le varianti di cui si è detto alla politica « di tipo inglese ». Ma se per un verso occorre imprimere una nuova spinta alle politiche nazionali di sviluppo regionale, per un altro verso occorre cl1e la Comunità affronti a sua volta, con organi propri e con una politica propria, coordinata con le politiche nazionali, i problemi della «equidistribuzione degli investimenti». C'è infatti il pericolo che la « diminuzione delle tariffe doganali dia il maggior vigore e la più gr~nde efficacia al polo del c arbone e dell'acciaio, e a tutto quello che è a·d esso immediatamente colle\.. gato, vale a dire al complesso Rl1ur-Benelux-Lorena » 18 • C'è il grave pericolo, cioè, che si verifichi l'ipotesi formulata da Perroux, intorno all'avvenire della « Lotaringia industriale », già sede della grandissima parte dei cc punti privilegiati di sviluppo » della piccola Europa: in conseguenza dell'attuazione del Mercato comune la « Lotaringia industria•le » potrebbe attirare a sé le industrie dei rami principali (siderurgiche e metallurgiche, tessili, chimiche ecc.); onde una ulterior e concentrazione invece che una migliore distribuzione degli investimenti e delle popolazioni. In questo caso, di una politica liberista da parte degli organi comunitari e quindi di un aggravamento degli sq uilibri dovuti alla distribuzione degli investimenti e delle popolazioni, a·ggravati risulterebbero pure i problemi nazionali di sviluppo region ale, le due grandi questioni di aménagement du territoire delle qualt abbiamo parlato, il «deserto » francese e la « questione meridionale » italiana: 17 Idem. 18 Cfr. il rapporto del prof. J. Lajugie nel resoconto del convegno italo-francese sullo sviluppo regionale («Mondo economico » del 25 giugno 1960). 179 Bibliotecaginobianco

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