Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

• regioni europee, il passaggio dalla economia del carbone all'economia del petrolio; e già si preannunzia il passaggio da quest'ultima all'economia nucleare). In secondo luogo vi sono, per tutti gli investimenti industriali, fattori agglomerativi la cui presenza e la cui a·ssenza, o carenza, è più o meno determinante ai fini dei costi di produzione e di distribuzione; onde molte decisioni relative a'lla localizzazione di nuovi investimenti sono dettate direttamente o indirettamente da considerazioni obiettive, che concernono la maggiore convenienza a localizzare nuovi impianti o ampliamenti là dove sono presenti tutti o quasj tutti i fattori agglomerativi cl1e si ritengo-no necessari, anche quando fa difetto il fattore agglomerativo della manodopera, piuttosto che là dove c'è assenza o carenza di essi. È evidente perciò che la manovra dei fattori agglomerativi è una esigenza: fondamentale della politica di sviluppo equilibrato dell'economia europea così come lo è ai fini della politica di sviluppo equilibrato dell'economia italiana. Nelle zone dove, per evitare una congestione economica, demografica', urbanistica, è necessario provocare « deglomeramento », taluni fattori agglo-merativi devono essere depotenziati; e per converso altri fattori agglomerativi devono essere potenziati o creati nelle zone dove sottosviluppo o sovrapopolazione - e magari, come nel nostro Mezzogiorno, l'uno e l'altra- - richiedono l'avvio di un processo di « agglomeramento » per evitare che, in conseguenza di migrazioni quantitativamente e qualitativamente sempre più rilevanti, si verifichi ·un deterioramento civile e sociale irrin1ediabile. È ap1Jena necessario aggiungere che la manovra dei fattori agglomerativi presuppone una politica dirigistica; e che una politica liberista non può approdare che a quei risultati, di congestione per talune zone e di deterioramento per altre, che fatalmente provocherebbero l'arresto del processo di espansione e di sviluppo della . economia europea. C'è infine un terzo ordine di ragioni che influisce sulle decisioni relative alla' localizzazione degli investimenti nel senso di orientarle verso i distretti tradizionali, ad onta dei vuoti che qui si sono manifestati e che ancora più si manifesteranno sul mercato del lavoro. Si tratta qui di ragioni soggettive: e' è una forza d'jnerzia 8 per cui si tende a' quella che i geografi chiamano la « ripetizione delle localizza8 Cfr. Umberto Toschi: Geografia economica, Torino, Utet, 1960, parte I, libro III, capitolo 19°, pagg. 286-288. 172 Bibliotecaginobianco

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