Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

continentale: onde l'inversione di tendenza, appunto, per cui dalla Spagna, dall'Italia meridionale, dalla Grecia, sono sempre meno numerosi coloro che pa1tono come emigranti per l'Argentina o per il Brasile, mentre sempre più numerosi sono coloro che pa;rtono per la Germania o per la Svizzera, alimentando nuove correnti 9-i emigrazione, permane11te o stagionale. D'altra· parte, delle destinazioni transo.ceaniche, Stati Uniti, Canada, Australia rappresentano certamente, per le eccedenze demografiche dell'Europa meridionale, mete più attraenti e più convenienti di q11elle rappresentate dai paesi dell'America latina: ma sono note le preoccupazioni degli anglosassoni e dei protestanti nei confronti di una ~mmigrazione che potrebbe alterare la fisionomia etnica e religiosa delle popolazioni negli Stati Uniti, nel Canada, nell'Australia; onde le molte limitazioni che sono state fissate per contenere il movimento migratorio dall'Europa meridionale ,verso questi paesi. Tali preoccupazioni indirettamente hanno costituito un altro incentiv? per l'inversione di tendenza della quale dicevamo, per il dirottamento, cioè, dalle destinazioni transoceaniche delle correnti migratorie in partenza dall'Europa meridionale. Si tratta di un dirottamento che ha cominciato a manifestarsi lentamente, verso alcune specifiche destinazioni et1ropee, fin dai primi anni del dopoguerra. Ma poi, specialmente per l'emigrazione italiana, il fenomeno si è venuto accentuando, nel senso cl1e l'emigrazione italiana è stata caratterizzata per un verso dalla crescente importanza che in senso assolt1to e relativo (flessione delle correnti transoceaniche) sono venute assumendo nel suo ambito le correnti dirette verso destinazioni transalpine, e per un altro verso dalla crescente importanza che, anche nei confronti delle destinazioni transalpine, sono venute assumendo le correnti in partenza dalle regioni rr1eridionali, u11a volta quasi esclusivamente d.irette verso destinazioni transoceaniche. . Può essere poi interessante rilevare che circa il 70%di coloro che fra il 1946 e il 1958 sono emigrati cc permanentemente » dall'Italia in Europa è stato assorbito dai cinque paesi che con l'Italia formano a partire dal 1959 l'area del MEC: 611.698 unità contro 284.395 (gli italiani permanentemente emigrati in paesi europei non appartenenti all'area del MEC) al netto dei rimpatri e senza considerare i c°landestini e coloro che sono emigrati con passaporto turistico. Si aggiunga che, cc malgrado certe crisi di assestamento più sensibili nel settore carbosiderurgico », la media annua dell'emigrazione italiana verso i paesi poi entrati nel MEC, se calcolata per l'intero p~riodo di tredici anni, risulta 166 Bibliotecaginobianco

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