nali, così come non l'hanno fìno~a costituito gli I stituti europei già funzionanti. Lasciando da parte affermazioni molto discutibili - ·per le quali l'Università Europea dovrebbe porre cc in evi,denza l'interdipendenza delle discipline da essa insegnate, e in particolare tra le scienze sociali e umanistiche e le scienze esatte » - e venendo ai compiti in concreto affidati all'Università, si fa immediatamente palese una sostanziale ambiguità. Ad essa presiede un mancato chiarimento delle ragioni detern1inanti l'istituzione dell'Università, non si vede bene se occasionato da scarso amore per le motivazioni astr atte o da una assai superficiale trattazione del problema: sì che l'Unive rsità appare strutturata ora come un semplice istituto di perfezioname nto, ora come un comune laboratorio di ricerca, e più raramente come centro culturale di tipo nuovo e con funzioni originali. Sono evidenti le differenze di ispirazione: si tratta, nel primo caso, di adeguare la preparazione professionale ai nuovi dati proposti dalle forme di int egrazione europea; I in secondo luogo, di perseguire la ricerca attraverso la concentrazione degli sforzi; e, infine, di offrire agli studi u11 nuov o punto di vista. Non si vuol riaprire, così discutendo, l'abusata pole mica sulla priorità degli studi specialistici o di quelli latamente forma tivi; si vuol dire, in~ece, che il problema vero dell'Università Europea non è già quello di trovare nuovi oggetti di studio, per essere giustificata a cospetto degli istituti esistenti, ma consiste nella necessità d i dare l1na indicazione che aiuti a guardare con spirito nuovo a tutta una serie di questioni. Questa necessità non è stata assente dalle considerazioni di coloro i quali l1anno predisposto lo schema dell'Università, ma neppure sembra sorretta da quella generosa energia che so la può consentire al nuovo. organismo di operare proficuamente nel qua,dro europeo. Vien quasi fatto di pensare che la moderazione di cui la relazione dà prova, più che frutto di una accorta considerazione dei presenti limiti, sia determinata da un timore di difficoltà future tale da umiliare ogni ardimento. Il modo stesso di definire l'organizzazione particolare di ciascuna sezione sembra confermare queste impressioni. No n allt1diamo tanto alle sezioni di matematica e di fisica, per le quali l a relazione è assai parca di parole e il momento della ricerca comt1ne appare 1Jrevalente, facilitato dalle caratteristiche proprie allo studio di queste scienze nel1' ora presente. Ci riferiamo piuttosto alle altre sezio ni, ove un vago spirito di comparazione presiede alla scelta ed a lla denominazione delle varie materie di studio, come se il solo mettere a confronto pro141. Bibliotecaginobianco
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