• L'Università europea di Stefano Rodotà Dell'Università Europea conosciamo la probabile struttt1ra, e le speranze e le difficoltà che accompagnano l'attuale fase preparatoria. Ma sarebbe ingannevole fermarsi a considerare soltanto i lineamenti strutturali, quasi che dal loro esame potesse sortìre una anaJisi più serena e ferma di quella che si è soliti compiere quando nelle valutazioni giuocano pur gli elementi della vicenda quotidiana, così spesso contraddittoria agli schemi predisposti: questo procedimento - tanto caro a quei giuristi che apertamente si compiacciono della possibilità di esami11are schemi ai quali non corrisponde alcuna realizzazione effettiva, osservando che in tal modo l'indagine guadagna in purezza - è fatalmente destinato a dare una immagine deformata dell'istituzione, che non è mai soltanto ciò che statuti o atti costitutivi affermano, ben.sì proprio quelle vicende in cui la sua esistenza si concreta. D'altra parte, non vale la pena di tornare sugli avvenimenti che han preceduto la relazione s11ll'Università Europea, preparata da un Comitato Interinale su mandato dei Consigli del MEC e dell'Euratom (una esposizione dettagliata è fatta da M. ARPEA, L'Università Europea, in questa stessa rivista, 1959, n. 50, pp. 56-62): a meno che non si voglia far la cronaca dei contrasti antichi e recenti e delle questioni di prestigio che nell'istituzione di una Università Europea han trovato fondamento, cronaca che sarebbe certamente inco·mpleta al momento in cui queste note appariranno, a giudicare almeno da1le nubi che sul futuro delle istituzioni europee addensano, nei gior11i i11cui scriviamo, le proposte francesi. Ne, ancora, ci sembra da imitare il vezzo diffuso di far d'ogni argomento, fosse pure il più particolare, 11ient'altro che l'occasione di un discorso generale: occasione da cogliere, questa volta, 138 Bibliotecaginobianco •
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