Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

2.500.000.000 di « unità di conto ». È chiaro che vi è una notevole possibilità per operare. · Questo va sottolineato anzitutto dal punto di :vista dell'Italia, anche con riferimento al Protocollo particolare del Trattato, che, com'è noto, mette in risalto la politica della Repubblica Italiana per superare gli equilibri strutturali della nostra economia e riconosce la validità delrazione antidepressiva nel Mezzogiorno e contro la disoccupazione, raccomandando alle istituzioni della Comunità di agevolarla. Del resto, nel sottoscrivere 240 milioni di cc unità di conto » per il capitale de1la E.E.I. l'Italia, e ft1 saggio orientamento, volle fare uno sforzo superiore . ' alle proprie possibilità economiche - raffrontate a quelle della Francia e della Germania, che sottoscrissero ciascuna 300 milioni di « unità di conto » - e questo perchè volle sottolineare la valutazione di primaria importanza che dava ai compiti affidati alla E.E.I., e il proprio impegno in relazione ad essi. Ne ebbe particolare riconoscimento, in quanto di pari entità di quelle della Francia e della Germania fu stabilita la rappresentanza italiana negli organi direttivi e amministrativi della Banca. Orbene, per la E.E.I. è ben prevedibile che proprio dalla progrediente attuazione del Mercato Comune non tarderanno a derivare maggiori esigenze finanziarie. È ben prevedibile che occorreranno maggiori capitali per le imprese da convertire, per le fabbriche da ammodernare, per i settori da ristrutturare, in ragione della concorrenza nell'area comunitaria. Pure ne occorreranno, e tanti, per una politica europea dell'agricoltura e dei trasporti. Anche se la E.E.I. non fu concepita come la Banca dell'Europa Unita e della comune moneta europea, è naturale che influiranno notevolmente sul suo ritmo di sviluppo il progredire, più rapido del previsto, nell'attuazione del Trattato e i conseguenti mutamenti comunitari nei sei Stati membri, con le crescenti possibilità di convergenza fra i loro sistemi creditizi, finanziari e monetari. Ma soprattutto l'azione organica della Comunità per le « regioni meno sviluppate » è prevedibile che impegnerà a fondo la B.E.I.. Si tratta della linea primaria di attuazione dei suoi compiti istituzionali, ed è evidente che non si tratta soltanto di regioni dalla storica depressione, come il Mezzogiorno d'Italia, ma anche di regioni altrimenti sottosviluppate e richiedenti diversi rimedi. Non ci fa velo la nostra passione di meridionalisti, quanto riteniamo che per tali compiti la B.E.I. possa e debba fare molto di più. Forse, a tal fine, dovranno essere in parte modificate le Direttive 134 Bibliotecaginobianco ·

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==